Aggiornata nella dotazione multimediale e nei propulsori, la quarta generazione dell’offroad-simbolo di Jeep debutterà sul mercato nordamericano all’inizio del 2018. E nel 2020 arriverà la versione ibrida.
Al Salone di Los Angeles 2017, FCA svela la quarta generazione di Jeep Wrangler: uno dei veicoli maggiormente rappresentativi nell’immaginario collettivo di “fuoristrada” insieme a Land Rover Defender e all’altrettanto longevo Mercedes Classe G. Con la differenza che i concorrenti britannico e tedesco sono, rispettivamente, “neo-pensionato” e in procinto di passare il testimone al proprio erede.
Jeep Wrangler, al contrario, di “cedere” la propria quota di mercato, e di appassionati, non ci pensa per niente. È meno “longevo” in rapporto a Defender ed a Classe G, tuttavia pur essendo stato portato al debutto nel 1987, rappresenta una diretta evoluzione della storica gamma CJ e dell’MB. La sua “dinastia”, dunque, va fatta risalire all’inizio degli anni 40.
L’aggiornamento di una vettura così radicata fra gli enthusiast dell’offroad “duro e puro” non è semplice. In effetti, a conferma di uno dei motivi di maggiore attesa che hanno tenuto banco nelle ultime settimane, l’immagine di Jeep Wrangler di quarta generazione appare, nel contempo, notevolmente modernizzata pur mantenendo intatto l’allure classico che da trent’anni ne accompagna la “carriera”, e che da più di settant’anni rappresenta l’offroad “a stelle e strisce”.
Per questo, ad una prima occhiata Jeep Wrangler 2018 sembra presentarsi, nell’immagine del corpo vettura (realizzato dalla Divisione Design guidata da Mark Allen), poco modificata. Si segnalano, fra le novità, i finestrini laterali più ampi – e, di conseguenza, la linea di cintura maggiormente ribassata -, un leggero aggiornamento alla tradizionale griglia anteriore a sette feritoie nella quale gli elementi più esterni si intersecano con i gruppi ottici (aggiornamento che, in realtà… si rifà al passato, nella fattispecie alla classica CJ), i montanti parabrezza – ribaltabile – più aerodinamici, la linea dei paraurti. Le porte (Jeep Wrangler 2018 viene confermata nelle due declinazioni tre e cinque porte, hardtop e cabrio), realizzate con l’impiego di alluminio leggero e ad elevata resistenza, sono incernierate alla carrozzeria per mezzo di perni sfalsati, in modo da facilitarne la rimozione. Posteriormente, c’è un nuovo portellone, sempre in alluminio e magnesio ma dalla soglia più ampia per facilitare il carico di oggetti voluminosi. La ruota di scorta si presenta ribassata, a tutto vantaggio della visibilità: per lo stesso motivo, il tergilunotto è stato spostato nella zona inferiore del vetro. Oltre alle due varianti “passo corto” e “passo lungo” Unlimited, sarà proposta anche negli allestimenti Sport, Rubicon e Sahara (questi ultimi due provvisti di fanaleria e fendinebbia a Led). Da segnalare, fra la dotazione a richiesta, il doppio hardtop e la capote in stoffa Sunrider con dispositivo Sky One Touch per l’apertura e la chiusura.
Complessivamente, in virtù dell’utilizzo di nuovi elementi carrozzeria in alluminio e magnesio (il pianale rimane quello, ultracollaudato, a longheroni), il peso in ordine di marcia dichiarato per Jeep Wrangler 2018 si riduce di una novantina di kg.
L’abitacolo di Jeep Wrangler 2018 è stato profondamente “riveduto e corretto”: il disegno, ora lineare (proprio come le Jeep “classiche”), nel complesso risulta più piacevole perché più caratterizzante dell’immagine senza fronzoli di Wrangler rispetto alla serie che si prepara ad essere sostituita. Simpatico il motivo della plancia in tinta carrozzeria, così come il gradevole contrasto fra l’aspetto “granitico” della plancia stessa e gli elementi circolari della strumentazione. Quest’ultima presenta un ampio display TFT per la visualizzazione delle informazioni sul veicolo. Tutto nuovo anche lo schermo per le funzionalità infotainment, ora da 8.4” e compatibile con gli standard Apple CarPlay ed Android Auto.
L’equipaggiamento, come da tradizione del marchio, può essere ulteriormente arricchito attingendo all’ampio catalogo aftermarket Mopar: dati alla mano, indica una nota diffusa in occasione della première al Salone di Los Angeles, il 98% dei possessori di una Jeep ordina almeno un componente Mopar. Per questo, l’offerta propone più di 200 novità fra accessori e componenti, fra i quali si segnalano i mozzi ruota libera, paraurti offroad, i lift-kit Jeep Performance Parts, luci a Led per la marcia in fuoristrada, predellini supplementari e un portapacchi modulabile in funzione del carico trasportato sul tetto.
Sotto il cofano, Jeep Wrangler 2018 si segnala per il debutto di una nuova unità benzina a quattro cilindri turbo, equipaggiata con un modulo eTorque per l’ottimizzazione del rendimento energetico in funzione di consumi, accelerazione, Start&Stop, gestione della trasmissione automatica ad otto rapporti, ricarica intelligente della batteria e frenata rigenerativa. La potenza massima ammonta a 270 CV, la forza motrice è nell’ordine di 400 Nm di coppia massima. A fianco del nuovo 2.0 turbo benzina, la lineup di Jeep Wrangler di quarta generazione prevede il collaudato V6 3.6 Pentastar da 285 CV e 352 Nm con ESS (Engine Stop&Start). Nei mesi successivi al debutto sul mercato arriverà il turbodiesel 3.0 V6 da 260 CV e 600 Nm. La trazione integrale comprende, ora, la nuova funzionalità 4×4 Rock Trac, chiamata ad affiancare il collaudato dispositivo 4×4 Command-Trac.
La produzione di Jeep Wrangler 2018, nelle due declinazioni e negli allestimenti di modello, avviene negli stabilimenti FCA di Toledo (Ohio): per l’espansione delle lineup Jeep e Ram sul territorio nordamericano, Fiat-Chrysler Automobiles ha in programma un maxi-programma di finanziamenti nell’ordine di 3,5 miliardi di dollari.
Jeep Wrangler: dal 2020 sarà anche ibrida
Accanto alla quarta generazione del modello-simbolo per l’offroad “a stelle e strisce”, i vertici nord americani di FCA approfittano del “taglio del nastro” di Los Angeles per svelare una ghiotta novità, tanto interessante quanto destinata ad un veicolo fra i più longevi e “conservatori” del mondo: Jeep Wrangler, appunto. Che dal 2020 sarà affiancata da una corrispondente declinazione ibrida.
“Come” e “quanto” (ovvero: come sarà realizzata, e quanto si prevede che inciderà nella nicchia di mercato del settore fuoristrada) è presto per dirlo. Bocche cucite anche relativamente al’impostazione powertrain; allo stesso modo, i dettagli riguardanti i valori prestazionali (consumi, autonomia, velocità massima, accelerazione, capacità di avanzamento in offroad) saranno resi noti più avanti.
Tuttavia, il sasso è stato lanciato: Mike Manley, numero uno di Jeep, nella giornata-stampa del Salone di Los Angeles lo ha anticipato: fra poco più di due anni, vedremo sul mercato una inedita Wrangler ibrida. L’effetto-sorpresa sugli “addetti ai lavori” è stato centrato: proprio gli atout “tradizionalisti” che da trent’anni sottolineano l’immagine di Jeep Wrangler, a sua volta derivata dall’altrettanto celebre gamma CJ (e, tanto per risalire indietro nella dinastia, originata dalle storiche MB che debuttarono con l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra mondiale) potrebbero suggerire una tranquilla “seconda giovinezza” al veicolo offroad centrale nella storia Jeep, e che continua a mantenere un ottimo gradimento: 210.000 le unità vendute in nord America nel 2016, 192.000 soltanto negli USA.
La Wrangler ibrida potrà dunque rappresentare un “new deal” sostanziale per FCA? È chiaro che sui taccuini delle priorità di Fiat-Chrysler Automobiles, così come degli altri big player di comparto, ci sono le sempre più stringenti normative che impongono un’attenzione via via maggiore alle emissioni di CO2; per contro, la propulsione benzina-elettrico non è concretamente al centro dei progetti per l’”asse Torino-detroit”. Non lo è attualmente, ma c’è da pensare che lo diventerà, in un piano a breve-medio termine. Finora, e più per venire incontro alle decisioni in materia di efficienza dei sistemi di propulsione da parte della California, FCA propone la ibrida Chrysler Pacifica e la Fiat 500 elettrica, declinazione a zero emissioni della citycar già diventata popolare oltreoceano. La e-500 è stata in diverse occasioni indicata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne come un progetto “in perdita” per il Gruppo.
Tuttavia, c’è: ed è forse qui la chiave che permette di meglio comprendere il progetto-Wrangler ibrida. Come la “iconica” Fiat 500 dispone di una propria variante elettrica, così il modello che oltreoceano (e anche da altre parti del mondo) rappresenta il simbolo del fuoristrada “made in USA” disporrà di una propria declinazione eco friendly.