L’ultima creazione Pagani si chiama Huayara: il design trae ispirazione da un vento andino, mentre il cuore da 700 CV è firmato AMG.
L’ultima creazione Pagani si chiama Huayara: il design trae ispirazione da un vento andino, mentre il cuore da 700 CV è firmato AMG.
Si chiama Pagani Huayara come il dio andino del vento “Aymara Huayra Tata”, ed è l’ultima incredibile supercar della Casa di San Cesario sul Panaro fondata dall’ eclettico Horacio Pagani. La Huayara sostituisce dopo 12 anni di onorata carriera e 16 versioni la mitica Pagani Zonda, e ripropone la formula della sportiva senza compromessi, a partire dal suo design, ispirato secondo lo stesso Pagani all’elemento aria descritto come “delicato ed etereo eppure capace di erodere i materiali più resistenti”.
Disegnata dal vento
Il particolare design della Huayara, come del resto quello della Zonda, trae ispirazione dagli sport prototipi ed è caratterizzato da una cabina molto avanzata e dalla lunga coda dove troviamo il possente motore Mercedes-AMG. Il telaio è costituito da una monoscocca centrale completamente nuova realizzata in carbo-titanio che incorpora le inedite porte ad ali di gabbiano, il risultato è su un corpo vettura che vanta un peso di appena 1.340 kg ripartiti con un rapporto 43:56 tra i due assi. Particolarmente originale la soluzione stilistica del frontale che incorpora i fari bi-xeno, eredità della Zonda R e le luci diurne a LED integrate nella forma ellittica della grande bocca anteriore. Il paraurti posteriore integra il diffusore dominato da una cornice ellittica che circonda ed esalta i quattro terminali di scarico centrali, simbolo ed elemento caratteristico del marchio Pagani.
Sotto il cofano… un cuore AMG
Con la Huayra continua la partnership tra l’atelier modenese e la Mercedes-AMG che fornisce il possente propulsore V12 6.0 litri biturbo “M158”. Una unità che sviluppa ben 700 CV e l’incredibile coppia massima di 1.000 Nm, abbinata ad un cambio automatico sequenziale a sette rapporti posizionato trasversalmente e dotato di frizione bi-disco. La Casa emiliana non ha fornito particolari dettagli sulle prestazioni di questo bolide, l’unico dato certo è l’incredibile velocità massima “oltre i 370 km/h“. Per ottenere questa incredibile velocità massima si è lavorato molto sul carico aerodinamico, ricreando un flusso a bassissima turbolenza sulla parte superiore della vettura per ottenere la massima ottimizzazione dei due flap posteriori regolabili automaticamente e studiati per ottenere la migliore deportanza.
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La geometria delle sospensioni è stata disegnata per rendere l’handling della vettura preciso e senza esitazioni, le sospensioni sono di tipo indipendente a doppio braccetto e forgiate in “AvionAl“. Questa speciale lega leggera garantisce una riduzione di peso di oltre il 30% rispetto al normale alluminio, consentendo di realizzare dei portamozzi leggerissimi. Gli ammortizzatori della Öhlins sono registrabili e collegati ai gruppi ruota mediante appositi bilanceri studiati per ottimizzare le caratteristiche dinamiche della sportiva italiana.