Depositato il brevetto della prima vettura “zero emission” che verrà prodotta dal tycoon degli spirapolvere a tecnologia ciclonica: la vedremo nel 2021?
Fra due anni l’auto elettrica Dyson arriverà sul mercato. Almeno, ciò è quanto il tycoon di oltremanica James Dyson – vulcanico “re” degli aspirapolvere, degli asciugacapelli, asciugamani elettrici, ventilatori e umidificatori: da ventotto anni, gli elettrodomestici a “tecnologia ciclonica”, ovvero “senza sacchetto”, ne rappresentano il core business – va da tempo annunciando. In questi giorni, alle dichiarazioni di intenti del manager a capo dell’azienda che attualmente ha sede a Singapore si aggiunge un bozzetto della stampa specializzata: è, segnatamente, un “progetto” rielaborato da Autocar, sulla base delle tre domande di registrazione di brevetto rese pubbliche.
Nel dettaglio, la “e-car” by Dyson sarà caratterizzata da un corpo vettura SUV (questo per meglio consentire l’alloggiamento delle batterie “solid state” all’interno del pianale), con cerchi da 23” o addirittura 24”, una lunghezza “fuori tutto” di circa 5 m, un passo decisamente “lungo” (sui 3.300 mm), un’altezza nell’ordine del metro e 60 e, all’interno, conterà su tre file di sedili, per il trasporto di sette persone. Dimensioni (altezza esclusa: quest’ultima si direbbe piuttosto esigua in rapporto agli altri ingombri esterni) simili a quelle di una Range Rover di nuova generazione. Da segnalare, stando ai disegni riportati nei brevetti depositati, l’andamento molto inclinato del parabrezza ed il corto cofano anteriore: un accorgimento dettato dalla possibilità, avendo a disposizione unicamente l’alimentazione elettrica, di ridurre al minimo l’ingombro del “volume” anteriore a tutto vantaggio dell’abitacolo. Attenzione: il condizionale è più che mai d’obbligo, stante la possibilità che l’azienda possa mutare il progetto della vettura a proprio piacimento.
Ciò che appare concreto, al di là dei progetti preliminari, è la rapidità con la quale Dyson intende procedere alla realizzazione della propria auto elettrica – il cui prezzo sul mercato dovrebbe aggirarsi sulle 100.000 sterline – di debutto nel competitivo settore automotive (da più parti se ne evidenzia una chiara sfida a Tesla): in poco più di due anni, il programma ha preso piede. Dalle idee iniziali – con l’obiettivo, mai nascosto, di creare un veicolo che possa portare una ventata di competitività nel settore, differenziandosi da ciò che attualmente è in produzione e, soprattutto, da quanto verrà immesso sul mercato a medio termine – agli annunci relativi ai piani di riqualificazione di un ex scalo della Raf nei pressi di Bristol (si è parlato di un investimento, in tal senso, nell’ordine di 223 milioni di sterline) da convertire alla produzione delle auto elettriche, ed in cui opereranno 400 fra ingegneri e tecnici; e, quale tecnologia di propulsione, il ricorso alle batterie solid state, nuova frontiera in materia di accumulatori, che consente percorrenze fino a due volte maggiori con un minore impiego di materiali (sempre a base di litio). In totale, sul tavolo Dyson ha contabilizzato uno stanziamento globale di circa 2 miliardi di sterline. In questa cifra-monstre sono comprese l’assunzione dell’ex ingegnere capo di Aston Martin Ian Minards e l’invito, rivolto all’ex membro del board Bmw Ian Robertson, ad entrare a far parte del Consiglio di sorveglianza della nuova Divisione.