Come preannunciato, il rinato marchio De Tomaso fa bella mostra di se alla rassegna di Goodwood: la P72 ne rappresenta il modello di rilancio. Sarà “tirata” in 72 esemplari, con prezzi a partire da 750.000 euro.
Fra modelli che hanno contribuito a scrivere pagine memorabili nella storia dell’automobile, vetture da competizione “vive” (cioè presenti non in modo statico, ma in movimento, per la gioia degli occhi e delle orecchie di migliaia di appassionati) e concept di ieri e di oggi, l’esposizione della “rinata” De Tomaso al Goodwood Festval of Speed 2019 appare perfettamente in linea con lo spirito che pervade la rassegna in cartellone fino a domenica prossima. Una delle “big news” più attese a Goodwood 2019, anticipata nelle scorse settimane (qui il nostro approfondimento) e – a quanto si apprende dalle comunicazioni ufficiali diramate in occasione del vernissage – disponibile alle manifestazioni di interesse proprio a partire da queste ore, si chiama De Tomaso P72.
De Tomaso P72: è “figlia” della storica P70
Una sigla verso la quale l’enthusiast dello storico marchio fondato giusto sessant’anni fa da Alejandro De Tomaso e, nell’ultimo decennio, al centro di una movimentata storia, non farà fatica a riconoscervi una concreta liaison con l’inizio dell’avventura De Tomaso in qualità di marchio indipendente: ci si riferisce, nello specifico, alla “esemplare unico” De Tomaso P70, vettura Sport biposto – conosciuta anche come De Tomaso Sport 5000 Fantuzzi Spyder – che nel 1965 la piccola ed all’epoca giovane azienda modenese, fino allora impegnata nella costruzione di vetture Formula e Sport e che aveva allestito una cinquantina di piccole coupé Vallelunga, volle progettare per il salto di qualità fortemente voluto dal vulcanico fondatore Alejandro De Tomaso. Dalla P70 (sviluppata su idea del progettista statunitense Peter Brock, già collaboratore di Carroll Shelby) si può dire che derivò, successivamente, la immaginifica Mangusta e prese il via, concretamente, la storia industriale di De Tomaso.
Soltanto 72 esemplari; i prezzi partono da 750.000 euro
Il prestigiosissimo pedigree che accompagna l’origine concettuale di De Tomaso P72 è, dunque, ben presente nello sviluppo della nuova supercoupé presentata al Goodwood Festival of Speed: la nuova De Tomaso verrà prodotta in 72 esemplari, ad un prezzo che, di partenza, si aggirerà su 750.000 euro: niente male, dal punto di vista dell’acume finanziario della proprietà, la holding asiatica Ideal Team Ventures, che nel maggio 2015 si era aggiudicata all’asta pubblica il marchio De Tomaso ed i relativi dipendenti: 800 a Grugliasco, un centinaio a Livorno, per un valore di 1,05 milioni di euro (qui la nostra notizia dell’epoca). Proprio quella Ideal Team Ventures recentemente assurta alle cronache automotive per avere sostenuto il programma di rinascita della factory artigianale tedesca Apollo, ed avere proceduto a un piano di sviluppo della hypercar Apollo IE (“Intensa Emozione”). De Tomaso comunica che sono aperte le manifestazioni di interesse online; contestualmente, si sta provvedendo alla creazione di una rete di vendita mondiale.
Telaio in carbonio, carrozzeria splendidamente “anni 60”
Del resto, “eredità Apollo” (e, nello specifico, della Intensa Emozione) è, nella nuova De Tomaso P72 che in questi giorni fa bella mostra di se al Goodwood Festival of Speed, il telaio interamente in fibra di carbonio; completamente diversa è, invece, l’impostazione del corpo vettura. Ad una prima occhiata, le linee esterne sportivissime e sinuose ricordano la leggendaria Ferrari 330 P4; tuttavia, non si tratterebbe di una “copiatura”: i vertici De Tomaso, rivolgendosi per una collaborazione allo studio Wyn Design, dichiarano di avere voluto ispirarsi espressamente alle Sport Prototipo della seconda metà degli anni 60. Dunque non soltanto Ferrari P3 e P4, ma anche Porsche 917: incidentalmente, proprio i modelli che, mezzo secolo fa, De Tomaso P70 avrebbe dovuto sfidare nelle competizioni (unica partecipazione ufficiale della “barchetta” equipaggiata, all’epoca, con l’unità Ford V8 4.7 imparentata con il motore della GT40 fu il Gran Premio del Mugello 1966, con al volante Roberto Bussinello; esperienza che si concluse con un ritiro nelle fasi iniziali di gara, e che non venne mai più ripetuta).
C’è un programma di sviluppo nelle competizioni?
Tenuto conto del fatto che, come indicano i manager De Tomaso, la scocca della nuova P72 presenta i rinforzi ai telaietti inferiori e le crash box “In regola con le normative di sicurezza richieste dal regolamento internazionale FIA LMP”, è facile chiedersi se, per la nuova De Tomaso P72, nei taccuini degli impegni della dirigenza vi sia un piano di sviluppo della vettura in chiave motorsport.
Bocche cucite riguardo al motore
Sarà interessante assistere al prosieguo del “lancio” di P72; d’altro canto, vi sarà tempo per parlarne ancora: più avanti, la novità De Tomaso verrà dettagliata ulteriormente nell’impostazione meccatronica, in questi giorni di vernissage a Goodwood tenuta “top secret”: si parla soltanto della presenza di un classicissimo cambio manuale. Non dovrebbe, in ogni caso, essere equipaggiata con il V12 aspirato da 780 CV di Apollo; più probabile, considerata la tradizionale immagine De Tomaso, il ricorso ad una motorizzazione V8. Staremo a vedere.