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Antitrust: indagini su BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen per pratiche scorrette

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 21 feb 2025
Antitrust: indagini su BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen per pratiche scorrette
L'Antitrust indaga su BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen per presunte pratiche scorrette sulle informazioni di autonomia e batterie delle auto elettriche.

Quattro colossi dell’auto elettrica sotto la lente dell’Antitrust. Comunicazioni fuorvianti sull’autonomia delle batterie, dati contraddittori sulle prestazioni e scarsa trasparenza sulle garanzie: sono queste le accuse che hanno spinto l’AGCM ad avviare un’indagine su BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen.

L’Autorità Garante, supportata dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha condotto ispezioni nelle sedi italiane delle quattro case automobilistiche. Nel mirino degli investigatori sono finite le informazioni pubblicate sui siti web aziendali, sospettate di violare il Codice del Consumo attraverso comunicazioni poco trasparenti.

I rilievi si concentrano su tre aspetti principali: l’autonomia effettiva dei veicoli elettrici, spesso presentata senza specificare i fattori che possono ridurla significativamente, come condizioni climatiche e stile di guida; il naturale deterioramento delle batterie nel tempo, su cui mancherebbero informazioni dettagliate; e le limitazioni delle garanzie, non adeguatamente comunicate ai potenziali acquirenti.

Il Codacons ha espresso pieno sostegno all’iniziativa dell’Antitrust, annunciando la disponibilità ad avviare azioni risarcitorie qualora venissero accertate le irregolarità. L’associazione dei consumatori sottolinea come informazioni poco chiare su aspetti così cruciali possano compromettere la capacità dei consumatori di fare scelte d’acquisto consapevoli.

L’indagine si inserisce in un momento delicato per il mercato dell’auto elettrica, che sta vivendo una fase di rapida espansione ma anche di crescente scrutinio. Le eventuali sanzioni potrebbero non limitarsi a pesanti multe, ma potrebbero comportare anche significativi danni all’immagine delle aziende coinvolte, in un settore dove la fiducia dei consumatori gioca un ruolo fondamentale.

La vicenda potrebbe inoltre catalizzare l’introduzione di normative più stringenti sulla trasparenza delle informazioni nel settore automotive, con particolare attenzione alle specifiche tecniche e alle condizioni di garanzia dei veicoli elettrici.

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