La Corte di Giustizia europea dice “no” al ricorso della CE: le compagnie assicurative sono obbligate a stipulare le polizze RC auto
La Corte di Giustizia europea dice “no” al ricorso della CE: le compagnie assicurative sono obbligate a stipulare le polizze RC auto
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Le compagnie assicurative hanno il dovere di stipulare i contratti richiesti da parte degli automobilisti, compresi quelli che vivono nelle zone più a rischio. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha respinto il ricorso, presentato dalla Commissione Europea e dalla Finlandia su istanza di alcune compagnie assicurative, per l’abolizione dell’obbligo a contrarre polizze RC Auto.
Secondo la sentenza (C518/06) pronunciata dai giudici di Lussemburgo, le norme italiane non violano i principi comunitari in materia di “libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi”. “L’obbligo di contrarre – si legge nella sentenza – è idoneo a garantire la realizzazione dell’obiettivo perseguito e non va al di là di quanto è necessario per il suo conseguimento”.
Facciamo un passo indietro. Nell’Ottobre 2006 la Commissione europea aveva deferito l’Italia alla Corte di Giustizia UE per la legge, vigente nel nostro Paese, che obbliga le compagnie assicurative a offrire polizze RC auto per tutte le categorie di assicurazioni in tutte le Regioni. Tale norma, secondo Bruxelles, ostacolava l’accesso al mercato italiano da parte di altre società, limitando la concorrenza e i benefici per i consumatori finali.
Con questa sentenza, sebbene la Corte di Giustizia abbia riconosciuto che l’obbligo a contrarre restringe la libertà imprenditoriale, ha accettato le tesi difensive dell’Italia, affermando che “tale restrizione ha una funzione di protezione sociale, da intendersi come garanzia di adeguato risarcimento delle vittime di incidenti stradali”.
Il presidente dell’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) Giancarlo Giannini, ha accolto con toni positivi la decisione della Corte sostenendo che “la sentenza va nella giusta direzione della tutela degli assicurati: l’accoglimento del ricorso, infatti, avrebbe arrecato grave pregiudizio a intere fasce di utenti che, soprattutto al Sud, rischiavano, o di pagare premi molto alti, o di trovarsi scoperte pur essendo tenute per legge ad assicurarsi”.
Nel 2003 l’Isvap aveva deciso di sanzionare alcune imprese assicurative (italiane ed estere), che in zone del Sud Italia applicavano tariffe particolarmente elevate (fino a 10-15mila euro) allo scopo di eludere l’obbligo a contrarre stabilito dalle norme. A queste sanzioni alcune di queste imprese avevano reagito rivolgendosi alla Commissione e quindi alla Corte di Giustizia di Bruxelles.