Dopo le proteste, DR presenta il piano di sviluppo ai sindacati: 4 nuovi modelli in arrivo al Motor Show e produzione a pieno regime dal 2017.
Dopo le proteste, DR presenta il piano di sviluppo ai sindacati: 4 nuovi modelli in arrivo al Motor Show e produzione a pieno regime dal 2017.
Buone notizie per gli operai di Termini Imerese. Dopo la chiusura nel 2012 annunciata da Sergio Marchionne, DR Motor ha confermato ai sindacati investimenti per 110 milioni di euro, 60 mila vetture annue prodotte a regime nel 2017 e 1.312 operai occupati nel 2016 con assunzioni a partire dal 2012.
Durante l’incontro avvenuto presso il ministero dello sviluppo sindacale, i manager della DR Motors hanno presentato i programmi per i prossimi 6 anni alle maggiori sigle sindacali. Analizzando il piano si scopre come i primi 241 lavoratori verranno reintegrati nel 2012, 561 nel 2013, 909 nel 2014, 1,272 nel 2015 per arrivare a 1,312 nel 2016. La produzione sarà proporzionale alla manodopera utilizzata: si partirà da 10 mila vetture prodotte nel 2013, 24.900 nel 2014 fino 60 mila nel 2017. Per ridurre i costi e i tempi di produzione, il gruppo molisano importerà dalla Cina le scocche e i componenti per poi assemblare le vetture a Termini.
La quota di 60.000 vetture all’anno sarà raggiunta grazie all’introduzione di quattro nuovi modelli e restyling di quelli già in commercio. Nello stabilimento di Termini Imerese, DR Motor produrrà la citycar DR2, la nuova compatta DR3, una berlina segmento C e il restyling del suv DR5. Secondo alcune fonti vicino al marchio molisano, i primi prototipi verranno mostrati in anteprima mondiale al Motor Show di Bologna, in programma a dicembre.
Nonostante in piano di investimenti presentato dall’imprenditore Massimo Di Risio e in buoni dati di vendita per una piccola realtà come la DR Motors (nei primi nove mesi le 100 concessionarie in Italia hanno venduto 2.524 vetture), i sindacati vogliono chiarire alcuni punti del piano industriale per Termini Imerese. Il prossimo incontro si terrà il 10 ottobre per discutere sul futuro dei lavoratori dell’indotto dello stabilimento siciliano.