Fiat in vendita? Tra fantasia e realtà
Fiat Auto potrebbe chiudere Mirafiori e starebbe cercando un compratore per i marchi meno profittevoli. Inutili fantasie o scomode verità?
Sullo stato di salute del Gruppo Fiat si è parlato molto. C’è chi crede che il marchio italiano dopo la fusione con Chrysler sia destinato a crescere notevolmente, chi si preoccupa per un’eventuale trasloco parziale a Detroit e chi per il trasferimento totale. Certo, la mancanza di informazioni ufficiali chiare contribuisce a far fioccare teorie e ipotesi più o meno veritiere. In particolare riportiamo gli scenari “immaginati” dal blog Automotive Space, utili per fare un po’ il punto della situazione sul gruppo Fiat in questo momento.
Fiat in vendita?
Quanto ipotizzato, piuttosto preoccupante per l’Italia, fa riferimento alla possibile chiusura dello stabilimento di Mirafiori entro il 2015 e alla eventuale vendita dei marchi generalisti. In tal senso si inquadrerebbe il blocco degli investimenti nella speranza di trovare un compratore e il mantenimento dei soli marchi “blasonati” come Ferrari, Maserati e Alfa Romeo (il quartier generale, comunque, si sposterebbe negli Stati Uniti).
Il blog considera parte della strategia anche l‘uscita da Confindustria che servirebbe per fornire ad un possibile acquirente una situazione più “snella” dal punto di vista dei contratti collettivi. Da notare che questa decisione è già stata annunciata e sarà effettiva da gennaio 2012.
Mirafiori: un futuro incerto
Nonostante ci troviamo davanti a dichiarazioni “teoriche”, le ipotesi formulate partono da alcuni indizi concreti. Lo stabilimento di Mirafiori per sopravvivere con le sue forze ha bisogno di produrre vetture dal grande successo commerciale (volumi produttivi elevati) altrimenti il rischio cassa integrazione è alto e nel medio-lungo periodo non sarebbe esclusa la chiusura. Ad oggi i modelli promessi a Mirafiori – dopo che il monovolume compatto LO è “volato” in Serbia – sono i nuovi suv Jeep e Alfa Romeo che non arriveranno prima di due anni. Si tratta comunque di modelli di nicchia, crossover di segmento B o C premium, che proprio per questo avranno difficoltà a raggiungere volumi elevati e quindi la soglia “di sicurezza”.
Blocco degli investimenti?
Al momento le nuove vetture chieste a gran voce da concessionari e clienti – nuova Fiat Punto, Alfa Romeo Giulia e Suv Alfa – non si sa quando o addirittura se usciranno. La Giulia, in particolare, è già stata posticipata ufficialmente al 2014. Il ritardo viene giustificato con l’intezione di mettere in produzione modelli all’altezza della concorrenza, ma notoriamente non è un segnale positivo. Questa situazione sarebbe compatibile con l’ipotesi del blocco degli investimenti sui nuovi prodotti, come immaginato da Automotive Space.
Anche le ultime novità presentate dal gruppo non fugano i dubbi in questo senso, si pensi alla Freemont, alla Flavia, alla Voyager e alla Thema. Si tratta in sostanza di re-badging di modelli già sviluppati per il mercato americano (solo le motorizzazioni sono Fiat) e dunque non sono la prova di investimenti importanti sul prodotto, come stanno facendo invece buona parte dei concorrenti.
Salvare solo Ferrari, Maserati e Alfa
Viene poi ipotizzato che FGA possa conservare solamente i tre marchi sportivi del gruppo. L’idea sarebbe quella di tenere i pezzi pregiati e sbarazzarsi dei “rami secchi” come Lancia e Fiat, che oggi hanno un’immagine da rilanciare, garantiscono scarsi margini di profitto e operano in segmenti di mercato combattutissimi.
Anche Alfa Romeo non naviga nell’oro, ma vanta una percezione del marchio molto forte su diversi mercati, anche fuori dall’Europa. Il Biscione è stato molto vicino ad essere ceduto al Gruppo Volkswagen, ma la cifra fuori mercato richiesta da Marchionne e il “problema” Pomigliano d’Arco hanno bloccato la trattativa. Il tanto atteso sbarco negli Stati Uniti però è stato rinviato (causando dure reazioni da parte delle concessionarie americane) e in Europa il brand ottiene numeri non all’altezza a causa di una gamma basata su soli due modelli (la 159 è ancora a listino ma la produzione è stata bloccata). In ogni caso l’Alfa andrebbe valorizzata con vetture all’altezza e una adeguata rete di vendita negli Stati Uniti.
E se la decisione fosse già presa?
Sarebbe plausibile che sindacati, politica, fornitori di FGA e alcune testate giornalistiche siano già a conoscenza di quanto previsto? Naturalmente la domanda posta dal blog non avrà mai risposta ma non sarebbe così strano se il futuro di Fiat in Italia fosse già arrivato sulla scrivania di qualcuno…
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