Il mondo del motorsport si stringe in un abbraccio alla famiglia e agli amici più cari di Marco Simoncelli.
Il mondo del motorsport si stringe in un abbraccio alla famiglia e agli amici più cari di Marco Simoncelli.
Si fa una gran fatica, a ventiquattr’ore ore di distanza, a comprendere ciò che è accaduto ieri a Sepang. A farsi una ragione del fatto che Marco Simoncelli non c’è più. Noi di Motori.it non possiamo fare a meno di stringerci accanto alla famiglia di Marco Simoncelli: a mamma, papà, sorellina; alla fidanzata e tutti gli amici che il ragazzo di Cattolica non ha mai abbandonato, nemmeno quando aveva iniziato a coronare il sogno di diventare uno dei piloti di massimo livello nel Campionato più importante.
Che l’incidente avvenuto ieri nella tappa malese del Moto GP sia da imputare a cause tecniche (si è parlato di responsabilità all’elettronica) o umane (un istintivo, disperato tentativo da parte di Simoncelli di mantenere la traiettoria della propria Honda), questo si vedrà col tempo. Per ora, non possiamo stabilirlo.
Resta, in tutti noi, l’immagine di un ragazzo straordinario. Splendido, schietto. Genuino nel rapportarsi con i tifosi e nell’approccio con lo sport che più amava. Autentico, come la passione che ama chi segue il motorsport, di cui Marco è stato un testimone vero. Che sia a due come a quattro ruote: le manifestazioni di affetto sono solo una minima parte del tributo che il mondo sportivo continua a tributare a Marco Simoncelli. A lui come ai piloti che non ci sono più, che hanno concluso nell’estremo sacrificio la propria immensa passione.
Ayrton Senna e Gilles Villeneuve, i primi due grandi nomi che vengono in mente. E appena la settimana scorsa Dan Wheldon, due volte vincitore alla 500 Miglia di Indianapolis, scomparso nel vigliacco incidente a catena con altre 14 monoposto durante il round di Las Vegas della IndyCar. Purtroppo ce ne sono altri. Tanti altri. Nelle auto come nelle moto.
Due mondi paralleli che ci fanno sentire tutti uniti in una grande famiglia, della quale Marco Simoncelli, che tutti ricordiamo fra i protagonisti del Monza Rally Show 2010, è uno dei testimoni. Al di là della retorica. Certo, di fronte al compiersi in questo modo di una vita di appena 24 anni, viene da gridare tutto il dolore che è possibile provare. E che possa essere un grido silenzioso. Ma la scomparsa di Marco Simoncelli, così come degli altri caduti del motorsport, porta a nascere una domanda: è giusto morire in maniera così vigliacca a un’età tanto giovane?
Da parte nostra, ci interroghiamo su questo. Per il resto, il nostro cuore di tifosi del motorsport ci suggerisce di rispettare con il silenzio il dolore più grande, che non è quello dei tifosi, ma dei familiari e degli amici più cari. Quelli che sopravvivono a chi non c’è più.