La procura di Varese ha incaricato la Guardia di Finanza di indagare sui motivi per cui il prezzo della benzina ha raggiunto i 2 euro/litro.
La procura di Varese ha incaricato la Guardia di Finanza di indagare sui motivi per cui il prezzo della benzina ha raggiunto i 2 euro/litro.
La Guardia di Finanza ha avviato indagini in tutta Italia per verificare il motivo per cui il prezzo della benzina abbia raggiunto livelli così elevati, superiori del 18% a un anno fa. Gli investigatori partono da un punto chiave: se il petrolio è rincarato 4 volte meno, come mai il consumatore ha visto un tale, repentino aumento alla pompa?
A porsi tale domanda è stata la Procura di Varese che ha incaricato le forze dell’ordine di capire se alle spalle di tale aumenti ci sia una speculazione da parte delle aziende petrolifere che – secondo alcuni – effettuerebbero una sorta di “cartello” decidendo di comune accordo gli aumenti.
Naturalmente si tratta solo di voci non provate. Ed è su questo che sta lavorando la Guardia di Finanza, che nel frattempo è andata a bussare agli uffici delle succursali italiane di Esso, Api, Eni, Erg Petroli, IP, Q8, Shell, Tamoil, Total e Total Erg per fare luce sulla vicenda e per verificare cosa ha portato a tali rincari.
In particolare, la GdF parte da un punto fondamentale: a gennaio 2011 un barile di petrolio era quotato 120 dollari contro i 125 dollari odierni (più 4%). Nello stesso periodo, il prezzo dei carburanti è salito del 18-20% anche se la domanda è crollata del 10%, come certificato da Confindustria. L’obiettivo degli investigatori è di analizzare uno a uno tutti i costi industriali che compongono la tariffa pagata dal consumatore per vedere se tali aumenti sono compatibili.
Ad attivare la procura è stato un esposto del Codacons, inviato alle 104 procure d’Italia in cui si legge che “negli ultimi anni il è avvenuto sovente che il prezzo del carburante per i consumatori aumenti immediatamente ogni qual volta si verifica un incremento del costo del petrolio mentre la corrispondenza viene a mancare nel momento in cui il prezzo del petrolio scende”.
L’elemento chiave dell’indagine è che le compagnie petrolifere operanti in Italia sono state assimilate a soggetti incaricati di svolgere un pubblico servizio “in quanto l’ attività esercitata, rivolta ad un pubblico indeterminato e caratterizzata da un prodotto di essenziale utilità per i cittadini e le imprese, è soggetta a norme di diritto pubblico e a provvedimenti e interventi da parte dell’ Autorità garante della concorrenza e del mercato”.