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Pra: dal 2016 ci sarà il documento unico di circolazione

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 21 set 2015
Pra: dal 2016 ci sarà il documento unico di circolazione
Il Pubblico Registro Automobilistico non ci sarà più; in un documento unico di circolazione (29 euro) "libretto" e foglio di proprietà. Ma l'Ipt?

Il Pubblico Registro Automobilistico non ci sarà più; in un documento unico di circolazione (29 euro) “libretto” e foglio di proprietà. Ma l’Ipt?

L’inizio del nuovo anno porterà con se una sorpresa per milioni di automobilisti: spariranno i documenti di circolazione per tutti i veicoli, che saranno sostituiti da un documento unico di circolazione. E’, detta in estrema sintesi, il risultato della riforma della pubblica amministrazione che si è concretizzata lo scorso agosto, e che all’atto pratico ha portato il Parlamento a dare il “via libera” al disegno di legge 3098 sulla riforma dellapubblica amministrazione e che “cancella” il Pubblico Registro Automobilistico gestito dall’Automobile Club e ne trasferisce le funzioni al Ministero dei Trasporti. In poche parole: la tanto attesa riforma del Pra sta per realizzarsi.

Il risultato? E’ presto detto: al posto del Pra nascerà una agenzia unica, e per gli automobilisti ci sarà un solo documento (anziché i due finora presenti, uno al Pra e uno in Motorizzazione, con la conseguenza di avere sempre doppio archivio) – comunque non gratuito: costerà all’utente 29 euro – che conterrà i dati relativi alla proprietà e alla circolazione di tutti i veicoli, rimorchi compresi. Per il Parlamento, si tratta di abbassare in maniera drastica i costi di tenuta dei dati relativi ai veicoli e alla proprietà, e arrivare a notevoli risparmi per automobilisti e motociclisti.

Ma andiamo con ordine. L’indicazione del disegno di legge parla chiaro: dal 1 gennaio 2016 avverrà il “Trasferimento delle funzioni finora svolte dagli uffici del Pra al Ministero dei Trasporti”. Tecnicamente, il Pubblico Registro Automobilistico, nella forma che tutti conosciamo, non esisterà più: la sua figura sarà “inglobata” dal Ministero delle Infrastrutture.

E non è tutto: nei mesi successivi all’entrata in vigore del provvedimento (ricordiamolo: 1 gennaio 2016) avverrà un secondo deciso passo in avanti, che per milioni di automobilisti, motociclisti e autotrasportatori costituisce il nocciolo dell’intera rivoluzione: il certificato di proprietà nella forma conosciuta da tutti non esisterà più; sarà sostituito da un documento unico di circolazione, che comprenderà anche la carta di circolazione. Il rilascio di questo documento costerà, all’utente, 29 euro: una cifra decisamente più bassa rispetto ai costi attuali di iscrizione al Pra e all’archivio della Motorizzazione.

Contestualmente, una nuova figura entrerà in funzione, ovvero l’Agenzia per il Trasporto Stradale, personalità giuridica di diritto pubblico che avrà sede a sede a Roma e anch’essa riferirà al  Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: sarà alla nuova Agenzia che dal 1 luglio 2016 saranno trasferite tutte le competenze dell’attuale Pra relativamente agli atti di prima iscrizione e rinnovo di un veicolo, passaggi di proprietà, radiazione per demolizione o esportazione all’estero e riscossione dell’Ipt. Inoltre, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti trasferirà alla nuova Agenzia per il Trasporto Stradale le competenze relative alle omologazioni, all’idoneità di un veicolo alla circolazione, alla sicurezza stradale, ai provvedimenti in materia di patenti di guida (rilascio, aggiornamento, revisione, duplicazione).

Ad una prima occhiata, la “rivoluzione – Pra” potrebbe essere una importante novità per snellire l’apparato burocratico legato ai documenti del veicolo e alle spese da sostenere per le pratiche relative. In realtà, per gli utenti ci sarà poco da festeggiare, perché non è ancora chiaro “quanto” si andrà a risparmiare; per l’Aci sarà necessaria una “Riorganizzazione del personale e contestuale riduzione della pianta organica” (operazione verso la quale l’Automobile Club potrebbe fare ricorso); in ultima analisi, resta da considerare la questione più importante: l’imposta di trascrizione (Ipt), la tassa più “pesante” per l’automobilista, che il governo Renzi non elimina. 

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