Auto europea in difficoltà, si muovono i Governi
Le singole nazioni del Vecchio Continente hanno allo studio misure per dare una mano ai Costruttori. Ma non mancano le polemiche
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Dopo un 2008, difficilissimo, anche l’inizio del 2009 s’è rivelato tremendo per il comparto auto. Nell’Europa dei 27, le immatricolazioni di nuove macchine in gennaio sono state 958.517, con una flessione del 27% rispetto alle 1.313.822 dello stesso periodo dello scorso anno (dati ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei). Un’ulteriore spinta, per i Governi, a prendere provvedimenti che ridiano ossigeno alle Case.
Sono tre le soluzioni: riattivare il credito al consumo (soltanto in Italia il fenomeno riguarda l’80% fra mercato del nuovo e dell’usato), introdurre ecoincentivi (sconti statali sull’acquisto di una macchina nuova, in cambio della rottamazione di un veicolo vecchio), e prestare soldi alle Case.
Le scelte, in dettaglio
Se in Francia si sono registrate 149.372 immatricolazioni (flessione del 7,9%, la più contenuta nei grandi Paesi europei), il merito va agli ecoincentivi alla rottamazione di 1.000 euro. Non soltanto: c’è un sistema bonus-malus che premia fiscalmente le auto a basso impatto ambientale. In più, il presidente Sarkozy ha promosso il Pacte Automobile: prevede l’obbligo dei beneficiari degli aiuti di investire soltanto in Francia o di acquistare componenti dai fornitori in Francia. Il prestito concesso dall’Eliseo a PSA (Peugeot-Citroën), Renault e Renault Trucks sarebbe di 6,5 miliardi di euro. Oltre a tre miliardi già stanziati.
In Germania, gli ecoincentivi ammontano a 2.500 euro, a fronte della rottamazione di una vettura con anzianità superiore a nove anni. Inoltre, c’è la sospensione del pagamento della tassa di proprietà per un anno, se si compra una macchina Euro 4; esenzione che sale a tre anni per le Euro 5 ed Euro 6. Per l’auto, su volontà del Cancelliere Merkel, soltanto 2,5 miliardi di euro, di cui uno alla tedesca Opel (di proprietà degli americani di General Motors).
Il Governo iberico pare intenzionato a mettere sul piatto quattro miliardi di euro a sostegno del settore auto. In Spagna, infatti, le immatricolazioni a gennaio 2009 hanno segnando un clamoroso -41%: record negativo europeo. Le misure già adottate non sono granché efficaci: incentivi alla rottamazione (1.200 euro) e facilitazioni del credito a tasso zero per l’acquisto di vetture con valori di anidride carbonica (CO2) non superiori a 140 grammi per chilometro. Stanziati 2,3 miliardi di euro.
Drammatico gennaio 2009 anche in Gran Bretagna: il peggiore, come immatricolazioni del nuovo (112.087, 30,9%), da 35 anni. Così, si è optato per la riduzione dell’IVA di 2,5 punti (si arriva al 15%). E gli aiuti ammonterebbero a 2,5 miliardi di euro. Probabilmente, arriveranno gli ecoincentivi statali.
Il Portogallo propone 1.000 euro a chi sostituisce una vettura con più di 10 anni d’età.
La Romania incentiva la sostituzione di auto vecchie: 800 euro di sconto e niente bollo.
A volte, l’Unione Europea storce il naso
Tutti gli aiuti diretti alle Case (i prestiti) sono nel mirino dell’Unione Europea, che si oppone strenuamente a mosse in odore di protezionismo. È soprattutto la Francia (e in parte la Spagna) al centro delle polemiche. Infatti, l’obbligo dei beneficiari degli aiuti di investire soltanto in quel Paese o di acquistare componenti dai fornitori francesi non è compatibile con le norme europee: questa l’opinione del portavoce dell’autorità Antitrust, Jonathan Todd. Il discorso è semplice: gli aiuti di Stato non devono creare distorsioni alla concorrenza.
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