I dipendenti Maserati oggi in sciopero. Il sindaco di Modena ha però ricevuto rassicurazioni: il grosso della produzione resterà in Emilia
I dipendenti Maserati oggi in sciopero. Il sindaco di Modena ha però ricevuto rassicurazioni: il grosso della produzione resterà in Emilia
Da questa mattina, e per tutta la giornata, circa 600 dipendenti della Maserati sono in sciopero contro il possibile trasferimento della produzione da Modena all’ex stabilimento Bertone di Torino. L’ipotesi è suffragata anche dal fatto che personale tecnico della casa del tridente sia stato visto nella fabbrica Fiat della città piemontese. L’agitazione odierna segue quella di mercoledì scorso, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia per protestare contro il “Piano Italia” del gruppo Fiat.
Nel frattempo, i dipendenti hanno organizzato un presidio, bloccando i cancelli della sede di viale Menotti. Il rappresentante sindacale Fiom-Cgil Erminio Veronesi ha detto che l’adesione allo sciopero è stata totale e che le voci sul trasferimento dello storico marchio modenese non sono mai state smentite dall’azienda.[!BANNER]
Da Modena a Maranello il passo è breve: allo sciopero hanno partecipato anche delegati sindacali della Ferrari, in attesa che martedì prossimo, 16 febbraio, si tenga un incontro tra le parti per discutere del futuro della Maserati.
A gettare acqua sul fuoco ha pensato il sindaco della città emiliana, Giorgio Pighi, che ha affermato di aver ricevuto rassicurazioni sul fatto che non sarà trasferita a Torino una parte consistente della produzione della Maserati.
“Si sono diffuse indiscrezioni che hanno generato preoccupazioni legittime – ha detto il primo cittadino di Modena – ma non mi è stata confermata alcuna volontà di voler trasferire attività della Maserati a Torino. E questo è certamente un bene nel quadro di una vertenza difficile e complessa che richiede attenzione e delicatezza”. Il sindaco ha anticipato questa notizia ai sindacati telefonando ai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Donato Pivanti, Francesco Falcone e Luigi Tollari.