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Fiat produrrà in Serbia una berlina Chrysler

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 5 mar 2010
Fiat produrrà in Serbia una berlina Chrysler
Grazie a una joint venture col governo serbo, il Lingotto si appresta a rilevare uno stabilimento per produrre una Chrysler di segmento alto

Grazie a una joint venture col governo serbo, il Lingotto si appresta a rilevare uno stabilimento per produrre una Chrysler di segmento alto

Fiat sta valutando l’ipotesi di produrre in Serbia uno o due modelli di auto della Chrysler. La notizia è stata data dall’AD Sergio Marchionne, in un’intervista a un giornale finanziario statunitense, nella quale ha precisato che “tutto è possibile”, soprattutto in seguito alla firma di un accordo di joint venture con il governo serbo.

L’accordo prevede che la casa torinese rilevi il vecchio stabilimento della Zastava Automobili nella città di Kragujevac, nella Serbia centrale e che – insieme all’esecutivo  – investa 700 milioni di euro in 3 anni per addestrare le maestranze e per modernizzare l’impianto produttivo. Fiat sarà in possesso del 67% della joint venture, il governo del 34%.[!BANNER]

Una volta a regime, nel 2011, lo stabilimento sarà in grado di produrre 200.000 auto all’anno, con la possibilità di aggiungerne altre 100.000. La stragrande maggioranza delle auto costruite saranno destinate all’esportazione.

La strategia del Lingotto prevede che dall’altro lato dell’Adriatico siano costruiti due modelli di categoria superiore. Fino a oggi, però, non sono ancora stati svelati i dettagli dei piani strategici su quali saranno queste auto. Si sa solo che almeno una dovrebbe avere il marchio Chrysler.

La cosa certa è che lo spostamento della produzione nei Balcani – e nell’Europa dell’est in generale – è un trend già consolidato tra il costruttore del vecchio continente, dato che qui possono usufruire di manodopera a costo inferiore in un territorio comunque vicino ai mercati chiave.

La presenza di Fiat all’interno dello stabilimento della Zastava Automobili risale all’inizo degli anni ’50, quando iniziò la produzione di vari modelli adattati ai mercati dell’Europa dell’est.

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