In Cina, le vendite auto proseguono a ritmi incalzanti. In pochi anni, a Pechino le auto si mnuoveranno alla velocità delle bici. Come una volta
In Cina, le vendite auto proseguono a ritmi incalzanti. In pochi anni, a Pechino le auto si mnuoveranno alla velocità delle bici. Come una volta
Lo spasmodico amore dei cinesi per le automobili rischia di far diventare la capitale Pechino un gigantesco e unico parcheggio da incubo. Lo stesso discorso vale per le altre metropoli del paese e per la poco estesa rete stradale, soprattutto alla luce del più grande ingorgo mai verificatosi al mondo che ha bloccato per una decina di giorni su 100 km di autostrada un numero impressionante di auto.
Insomma: nulla rispetto a una decina di anni fa, quando i veicoli erano ancora oggetti per pochi, quasi come nell’Italia dei primi anni ’50.
Basti pensare che a Pechino la velocità media delle auto sulle strade non va oltre i 15 km/h, cifra destinata a scendere se dovesse continuare il ritmo attuale di vendite di 2.000 veicoli al giorno. Così facendo, la capitale cinese avrà 7 milioni di auto nel giro di 5 anni con gravi ripercussioni sulla qualità dell’aria e sulla mobilità, che paradossalmente ritornerà alle velocità medie simili a quelle delle biciclette che fino agli anni ’80 erano il principale mezzo di trasporto tra i cittadini con gli occhi a mandorla. La cosa drammatica è che le strade della megalopoli possono ospitare solo 6,7 milioni di auto.
I risultati sono facilmente immaginabili nonostante i provvedimenti palliativi che obbligano i residenti a non utilizzare l’auto per almeno 1 giorno lavorativo alla settimana cosa che forse ha contribuito ad alimentare l’ottimismo degli automobilisti pechinesi che recentemente, in un sondaggio, hanno dichiarato che le cose stanno migliorando. Per fortuna.[!BANNER]
Un’ultima annotazione, che si adatta perfettamente nei giorni del “controesodo” delle vacanze estive degli italiani: mentre nel nostro bel paese ci si lamenta (giustamente) per le file su tangenziali e autostrade, pare che le centinaia di migliaia di cinesi rimasti intrappolati per giorni sui 100 chilometri dell’autostrada non si siano lamentati della coda (molti hanno iniziato avvincenti tornei di carte o di scacchi) ma del fatto che i commercianti locali chiedevano loro cifre spropositate per vendere acqua e generi alimentari.