Cellulare alla guida: niente più sospensione immediata della patente

Francesco Giorgi
18 Luglio 2017
Cellulare_alla_guida

Parziale “marcia indietro” sulle modifiche al Codice della Strada in esame al Parlamento: la proposta che inasprisce la sanzione per chi non usa il vivavoce o i comandi vocali installati nel veicolo non risulta più presente fra le norme in discussione. Si parla, tuttavia, di raddoppiare la sottrazione dei punti patente.

Nessuna sospensione immediata della patente già alla prima infrazione per chi venisse “pizzicato” con il cellulare all’orecchio mentre si trova alla guida. Il provvedimento, indicato nelle scorse settimane dal viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini per dare un concreto giro di vite verso quanti utilizzano il telefonino senza fare uso degli apparecchi vivavoce o tramite comandi vocali installati nel veicolo per il controllo di App, social, rubriche e Internet, non è più presente fra le proposte in discussione alla Camera.

Il riferimento, in questo caso, è all’art. 173 – comma 2 del Codice della Strada: “È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l’uso di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie, che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani”.

E qui viene rilevata la differenza sostanziale rispetto alla proposta dello scorso aprile: la sospensione della patente di guida, tuttavia alla seconda infrazione rilevata in due anni. Non più, dunque, alla prima, come era stato indicato in precedenza. La maggiore severità di applicazione della norma nei confronti dei “furbetti del telefonino” non sarebbe, dunque, così severa come era stato proposto ad aprile nel pacchetto di modifiche al Codice della Strada che da tempo si trova in esame fra le aule del Parlamento.

Va detto, tuttavia, che un aggravio nei confronti dei trasgressori c’è: la sottrazione dei punti patente potrebbe raddoppiare. Il conducente di un veicolo che venisse fermato mentre utilizza il proprio cellulare (o, in senso più ampio, device portatile) secondo modalità non consentite dall’art. 173 del Codice della Strada si troverebbe, dunque, decurtato di dieci punti (attualmente, il provvedimento ne “taglia” cinque, e e prevede la riduzione pecuniaria del 30%) dalla propria patente. La quale verrebbe sospesa da un minimo di due mesi ad un massimo di sei mesi. Tutto questo, si badi bene, in caso di recidiva nell’arco di due anni.

L’impiego non corretto del telefonino, o dello smartphone, mentre ci si trova alla guida di un veicolo (attenzione: il Codice della Strada, in questo senso, non fa alcuna differenza fra automobilisti, motociclisti e ciclisti!) rappresenta una delle questioni più delicate fra quelle in discussione al Parlamento: la diffusione dei dispositivi portatili è talmente capillare da suggerire al più presto provvedimenti più rigorosi.

Riprendiamo, a questo proposito, il consuntivo degli incidenti stradali al 2015 redatto dall’Istat e riferito all’anno-chiave per la ripresa dei mercati dopo la lunga crisi del comparto automotive. Il documento, oltre alla crescita del numero di vittime (aumentato, per la prima volta, dal 2001: la triste cifra ammonta a 38 decessi in più, pari all’1,1%) come conseguenza di un aumento degli incidenti e delle conseguenti vittime su autostrade, tangeziali e raccordi autostradali (305 e 1.619 decessi; +6,3% e +1,9% sull’anno precedente), fra i comportamenti errati compiuti con la maggiore frequenza punta il dito sulla guida distratta, sul mancato rispetto delle regole di sicurezza e precedenza e sulla velocità troppo elevata (complessivamente il 44% dei casi). Allo stesso modo, il rapporto Istat rileva, fra le violazioni al CdS più sanzionate nel 2015, insieme all’eccesso di velocità e al mancato uso dei dispositivi di sicurezza, proprio l’impiego del cellulare alla guida senza l’obbligatorio “vivavoce”.

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