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Rinviata la joint venture Fiat-Chery

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 19 mar 2009
Stop al progetto partito nel 2006 per una nuova linea di motori che sarebbe dovuta arrivare entro fine anno

Stop al progetto partito nel 2006 per una nuova linea di motori che sarebbe dovuta arrivare entro fine anno

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Cambiano le condizioni di mercato, saltano gli accordi. Ecco, in estrema sintesi, il succo del rinvio della partnership tra la Fiat e la cinese Chery, dichiarato questa mattina dal presidente della Casa cinese, Yin Tongyao.

Il numero uno della Chery, a margine di una conferenza stampa, ha annunciato che il progetto di joint venture fra Torino e Wuhu (la città cinese dove ha sede il quartier generale della Chery) è rinviato, a causa del cambiamento delle condizioni del mercato.

“La crisi finanziaria ha colpito duramente le Case produttrici straniere – ha commentato Tongyao – Allo stato attuale, pensiamo che qualsiasi investimento aggiuntivo sarebbe rischioso per loro in tempi come questi”.

Arrivederci, dunque, alla possibile creazione di una linea di motori che, due anni e mezzo fa (ottobre 2006) aveva dato il “la” alla joint venture per farne partire la produzione entro la fine del 2009? Arrivederci o addio?

In questo senso, la dichiarazione del presidente della Chery appare possibilista: “Ho detto che abbiamo rinviato il progetto, non che l’abbiamo cancellato dalla nostra agenda. La produzione non inizierà nel 2009, come previsto negli accordi originari, ma l’idea non è accantonata”.

Insomma, un rinvio prudenziale. Questo, stando alle dichiarazioni di Tongyao. Siamo sicuri che sia davvero così? Oppure i recenti annunci di alleanza Fiat-Chrysler hanno fatto salire il prestigio e le quotazioni della marca torinese per una giovane Casa “rampante” come la Chery?

La marca è uno dei pochi produttori di auto cinesi che hanno mostrato un certo interesse nei confronti di alcuni brand in difficoltà, non esclusa la possibilità di procedere all’acquisto della Volvo, messa in vendita dalla Ford per risanare parzialmente le casse del colosso di Detroit: “Potremmo considerare un acquisto se non sono interessate altre case cinesi. Non combatteremo per questo”, ha concluso Yin Tongyao.

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