La lotta ai veicoli diesel è ormai un’onda dilagante, ma non tutti sono certi che si tratti della vera soluzione ai problemi dell’inquinamento delle aree urbane.
Ormai è guerra aperta alle auto diesel: governi, amministrazioni comunali e alcuni importanti produttori di automobili internazionali si stanno scagliando contro i veicoli alimentati a gasolio con l’obiettivo di bandirli dalla circolazione e dal mercato.
Nelle ultime ore, la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, nel corso della conferenza sull’ambiente del C40 Women4Climate che si è svolta a Città del Messico ha annunciato che a partire dal 2024 le auto alimentate a gasolio dei privati non potranno più circolare nel centro della capitale italiana. Anche la corte amministrativa federale tedesca ha dato potere e facoltà alle autorità municipali di bloccare la circolazione delle vetture diesel con lo scopo di ridurre l’inquinamento nelle aree urbane.
Per quanto riguarda i costruttori, ricordiamo la scelta di Porsche di terminare la produzione dei suoi modelli a gasolio per favorire la diffusione di quelli ibridi, mentre secondo il Financial Times, il Gruppo FCA (Fiat-Chrysler) nel mese di giugno comunicherà ufficialmente la decisione di bloccare nel 2022 la produzione di auto diesel per tutti i suoi brand, ad eccezione dei veicoli commerciali, truck e camion. Toyota ha già eliminato le motorizzazioni diesel dalla propria gamma auto all’inizio del 2018.
Purtroppo, come molti esperti fanno notare, demonizzare il diesel e imputarlo come principale artefice dell’inquinamento delle nostre città non è la soluzione ai problemi appena citati. Il motivo è presto detto: non tutti i diesel sono molto inquinanti e non tutti inquinano allo stesso modo.
Ad esempio, un diesel moderno omologato euro 6 emette polveri sottili – come PM10 e PM2,5 – 25 volte in meno di un euro 0 o un euro 1. Detto questo, la situazione generale appare più semplice, basterebbe infatti bloccare le auto diesel più obsolete e spingere su un ricambio generazionale del parco auto circolante per inquinare molto meno, senza però demonizzare una singola, quanto efficiente tecnologia rappresentata dai motori alimentati a gasolio.
Governi e amministrazioni locali dovrebbero quindi aprire gli occhi e non fermarsi alla demagogia. Si potrebbe infatti limitare o bloccare la circolazione a chi possiede automobili realmente inquinanti, senza però penalizzare chi ha di recente acquistato una vettura nuova euro 5 o euro 6. Se le cose dovesse proseguire si questa direzione, i proprietari di queste vetture si troveranno con veicoli nuovi e sicuramente non molto inquinanti che sarebbero praticamente inutilizzabili con una conseguente e pesante perdita economica per questi consumatori.