Trump vara i dazi su alluminio e acciaio: l'auto tra i settori più colpiti
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Dopo averlo minacciato più volte, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è passato dalle parole ai fatti firmando un decreto relativo all’introduzione dei dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. La misura protezionistica per il momento non riguarderà Canada e Messico che insieme agli USA sono firmatari del NAFTA (North American Free Trade Agreement), ovvero l’accordo nordamericano per il libero scambio.
Questa misura voluta da Trump ha scatenato subito una lunga serie di polemiche, seguite da minacce dei maggiori partner commerciali degli USA su una possibile ritorsione fatta di contro-dazi. I Paesi più preoccupati sembrano essere gli alleati europei, prima fra tutti la Germania, più volte oggetto di critiche da parte di Trump, il quale aveva preso di mira in tante occasioni l’industria automobilistica tedesca.
La risposta dell’Europa a questa decisione non si è fatta attendere, il Governatore della BCE, Mario Draghi, a poche ore dalla notizia aveva infatti dichiarato:”Se metti dazi contro i tuoi alleati, ci si chiede chi sono i tuoi nemici”. Il numero uno della Banca Centrale Europea ha inoltre anticipato di stare studiando alcune contromosse che potrebbero riguardare il fronte dei tassi di cambio sostenendo che “le decisioni unilaterali sono pericolose”.
Della medesima idea è il presidente del Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber, che criticando il comportamento di Trump verso l’Europa, definito “aggressivo”, ha minacciato gli USA di una forte reazione dell’Europa. La commissaria europea per il commercio, Cecilia Malmström, ha invece sottolineato che L’UE dovrebbe essere esclusa da queste misure neoprotezionistiche perché è uno stretto alleato degli Stati Uniti.
Le aspre critiche verso la decisione del Presidente americano non arrivano solo dall’estero, ma anche dal fronte interno: il settore automotive statunitense ha infatti ha espresso la propria preoccupazione su un eventuale effetto boomerang che questa decisione potrebbe avere sull’industria automobilistica degli Stati Uniti. Dal punto di vista politico, ha fatto scalpore la decisione del consigliere economico Gary Cohn di abbandonare la propria carica in dissenso alle decisioni di Trump. Il malcontento generale ha interessato anche numerosi politici Repubblicani che si sono dissociati apertamente dai dazi imposti su questo tipo di materie prime. Nel frattempo le Borse hanno recepito negativamente la scelta di imporre dei dazi su alluminio e acciaio: il Gruppo FCA ha perso oggi lo 0,6% insieme ad altri colossi del settore europei come Audi, Bmw e Mercedes.
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