Lo indica il Centro Studi Promotor su un “lancio” Bloomberg, secondo il quale un progetto del nuovo Governo è orientato ad un mega boost di auto elettriche (o elettrificate?) nel nostro Paese.
L’Italia è, attualmente, in posizione piuttosto bassa nella ideale classifica europea relativa alla diffusione di autoveicoli 100% elettrici. È vero che a stuzzicare la fantasia di alcuni big player in tema di elettrificazione c’è lo sviluppo di sistemi di propulsione ibridi plug-in e mild hybrid; e, in questo senso, per il momento i mercati sembrano dare ragione a quanti preferiscano acquistare un’autovettura benzina-elettrico. E però, la tendenza potrebbe essere destinata ad un cambiamento di rotta: una recente analisi pubblicata da Bloomberg New Energy Finance indica che, entro il 2040, le vendite di auto elettriche sul totale delle nuove immatricolazioni potrebbero incidere per il 55%. Più di una su due, quindi. Del resto, è possibile che si arrivi a valori simili: l’aumento dell’offerta e, parallelamente, la diminuzione dei prezzi (determinati anche da un “ritocco” verso il basso dei costi delle batterie e dei sistemi powertrain) potrebbero in effetti determinare la futura escalation di auto elettriche sul parco circolante in un’ottica a lungo termine.
Al momento, i principali mercati (ci si riferisce, in modo particolare, all’Unione Europea) si trovano di fronte alle indicazioni che giungono da Bruxelles relative alla lotta all’inquinamento: per ridurre l’impatto sull’ambiente generato dai sistemi di propulsione a “tradizionali” combustibili fossili, la Commissione Europea chiede di “tagliare” del 30%, entro il 2030, le emissioni inquinanti da autovetture e veicoli commerciali leggeri. A questo proposito, il neo-ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, propone un “piano” ancora più ambizioso: per raggiungere gli obiettivi degli Accordi di Parigi, indica Costa, occorrerebbe mantenere la riduzione del 15% delle emissioni al 2025 quale “base di partenza”, e successivamente incrementarla entro il 2028; terzo step: un “taglio” del 40% al 2030. Cifre quindi più severe rispetto a quanto chiesto dalla Commissione UE.
Quanto dichiarato dal neo eletto rappresentante del dicastero dell’Ambiente sembra, alla luce delle ultime “voci di corridoio” riportate in queste ore dalle agenzie di stampa, allinearsi ad una coraggiosa strategia di “boost” nei confronti della mobilità ecosostenibile sul taccuino delle priorità del nuovo Governo. Un “lancio” Bloomberg riporta, infatti, che il nuovo esecutivo ha in programma un giro di vite epocale, che si concretizzerebbe da una parte attraverso una progressiva riduzione del parco auto benzina e diesel circolate; dall’altra, parallelamente, ad un incremento nel numero di auto elettriche.
Si tratterebbe, ad una prima analisi, di un progetto di intenti analogo a quanto indicato nelle scorse settimane nel Contratto di Governo che, anche in linea con quanto espresso nei mesi precedenti dalla sindaca di Roma Virginia Raggi in merito alla messa al bando dal 2024, nelle aree del centro della Capitale, delle auto private alimentate a gasolio, metteva “nero su bianco” – pur senza aggiungere alcuna cifra – una serie di proponimenti rivolti all’incentivo per l’acquisto di veicoli elettrificati e, contestualmente, un graduale “abbandono” delle auto a gasolio o, in ogni caso, più inquinanti.
Bloomberg riporta, a questo proposito, che i programmi di aumento del parco veicoli eco friendly si concretizzerebbero in un milione di auto elettriche in circolazione sul territorio italiano nel 2022. Cifra di valore assoluto, che se effettivamente si verificasse porterebbe l’Italia a scalzare la Norvegia nel ruolo di capofila europeo relativamente alla diffusione di auto elettriche. Non sarebbe, in ogni caso, una novità assoluta: prima delle elezioni del 4 marzo scorso, l’attuale vicepremier e neo-ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio aveva espresso, in una intervista radiofonica, un obiettivo di un milione di auto elettriche in circolazione nel 2020.
Dati alla mano, in Italia si stima che vi siano attualmente meno di 5.000 autovetture 100% elettriche in circolazione in Italia; nel 2017, i nuovi acquisti sul territorio nazionale sono stati circa 2.600 (su un totale di circa 2 milioni di autovetture vendute): 4.800 se si considerano anche le nuove immatricolazioni di vetture ad alimentazione ibrida plug-in. Ci si chiede se la stima del milione di autoveicoli “green” in circolazione nel 2022 in Italia non possa, in realtà, essere letta su un piano più ampio: non soltanto, cioè, veicoli 100% elettrici; ma anche ibridi, ibridi plug-in e, perché no?, fuel cell. Bloomberg New Energy Finance, riporta in queste ore una notizia pubblicata dall’edizione online di Automotive News, nella quale si stima che le consegne nei mercati UE meno “vivaci” (escluse, quindi, Germania, Regno Unito e Francia in rapida crescita) aumenterebbero da circa 182.000 del 2018 a 354.000 nel 2022. Mentre i ricercatori non avanzano previsioni per la sola Italia, BNEF, nel proprio rapporto “Long-Term Electric Vehicle Outlook 2018”, dice che la diffusione di veicoli elettrici nel nostro Paese è “Molto indietro” rispetto ai restanti principali mercati UE, e che ciò contribuisce ad “Abbassare la media europea”.
Gian Primo Quagliano, direttore di Centro Studi Promotor, appare categorico: “Se si vuole immettere in circolazione un milione di auto elettriche sulle strade italiane nei prossimi cinque anni, la ricetta è una sola: concedere ampi benefici fiscali, esattamente come avviene in Norvegia”, è il parere di Quagliano raccolto da Bloomberg e riportato da Automotive News il quale, con il conforto delle cifre, snocciola quantitativi-monstre: “Si dovrebbero prendere in considerazione bonus all’acquisto da 8.500 euro ad autovettura, come in Francia”. Il Governo, cioè, dovrebbe sborsare un monte-bonus nell’ordine di 9 miliardi di euro. Cifra da far girare la testa, sebbene – si tiene a ricordare – non è chiaro se tale ipotesi possa riguardare esclusivamente le auto elettriche oppure le tecnologie di propulsori elettrificati a più ampio raggio.
Gli ostacoli da superare, qualora si intendesse procedere verso la concreta diffusione “in massa” di nuovi modelli a zero (o, in ogni caso, basse) emissioni entro il 2022, non riguarderebbero soltanto gli incentivi economico-fiscali per l’acquisto di nuovi autoveicoli “green”; ma, anche, la necessità di considerare un solido adeguamento delle infrastrutture di ricarica per le batterie. C’è il programma Enel X della principale utility nazionale per l’energia, che ha annunciato uno stanziamento fra 100 e 300 milioni di euro per l’installazione di 14.000 stazioni di ricarica entro il 2022. Tuttavia, sempre su quanto riportato da Automotive News, il numero uno di Enel X, Francesco Venturini, osserva che “Lo sviluppo di reti pubbliche per la ricarica è più complicato di quanto si possa pensare in prima analisi. Occorrono linee guida chiare da parte del Governo e una visione definita dei progetti di espansione della mobilità elettrificata”.