Rick Wagoner e Christan Streiff lasciano l’incarico di amministratori delegati di General Motors e PSA Peugeot-Citroen
Rick Wagoner e Christan Streiff lasciano l’incarico di amministratori delegati di General Motors e PSA Peugeot-Citroen
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Clamoroso terremoto ai vertici di General Motors e del gruppo PSA Peugeot-Citroen: i numeri uno di entrambe le aziende, da ieri sera, hanno lasciato in modo traumatico le rispettive poltrone.
Il primo caso arriva da Detroit. Rick Wagoner, Amministratore delegato di GM, ha lasciato, dopo sei anni, l’incarico di Amministratore delegato dell’azienda di Detroit, per essere sostituito da Fritz Henderson, attuale Presidente dell’azienda.
La notizia è stata ufficializzata questa notte, ma Wagoner aveva già ricevuto venerdì l’invito a lasciare il proprio incarico, durante un incontro con i funzionari dell’amministrazione di Obama, alla vigilia della presentazione, da parte del Presidente USA, del piano di rilancio per il settore dell’auto negli USA.
A questo proposito si sa già che il Presidente ha indicato alla General Motors e alla Chrysler (quest’ultima “quasi obbligata” a presentare entro il 30 aprile un piano di alleanza con la Fiat, condizione necessaria per ottenere un finanziamento da 6 miliardi di dollari) che dovranno dare il via ad una ristrutturazione più profonda prima di ottenere ulteriori prestiti da Washington. General Motors e Chrysler hanno già ottenuto infatti, nelle scorse settimane, una sovvenzione da parte del Governo degli Stati Uniti pari a 17,4 miliardi di dollari.
A far pesare le dimissioni di Wagoner sarebbe il recente annuncio della necessità, da parte della GM, di ricevere ulteriori fondi pubblici per la sua sopravvivenza, essendo l’azienda una delle più colpite dalla crisi dei mercati. E’ notizia recente che la perdita globale nel 2008 è stata di 30,9 miliardi di dollari, rendendo la GM uno dei simboli del crollo dei mercati dell’automobile, e che ad esserne colpite, oltre a Detroit, sono anche le consociate europee Opel e Vauxhall. E c’è di più: nei prossimi giorni sono attese le dimissioni di una parte dei componenti del CdA della General Motors.
Seconda nota politica: per la “cura Obama”, la General Motors potrà sopravvivere solo con un più deciso taglio dei costi; e questo a prescindere dai progressi ottenuti nello sviluppo di veicoli a basso impatto. L’amministrazione di Washington ha dichiarato che concederà 60 giorni al colosso (coi piedi d’argilla) di Detroit per presentare un nuovo piano che contenga tagli alle spese (e per dimostrare che si fa sul serio, la prima testa caduta è proprio quella di Wagoner), e assicura che fornirà le risorse necessarie per consentire alla General Motors di operare in questo lasso di tempo.
Rivoluzione anche in casa PSA
Ieri sera, il Consiglio di sorveglianza del Gruppo PSA Peugeot-Citroen ha stoppato all’improvviso l’incarico di Amministratore delegato per Christian Streiff, ai vertici dell’azienda francese da due anni e mezzo. Il suo ruolo, dal prossimo 1 Giugno, sarà rilevato da Philippe Varin, ex proprietario del gruppo siderurgico Corus.
Nella nota diramata al termine della riunione, il licenziamento (perché di questo si tratta) per Streiff viene indicato come necessario per modificare l’assetto dirigenziale del Gruppo: “Il consiglio di sorveglianza, all’unanimità, ha giudicato che le difficoltà eccezionali cui fa fronte l’industria automobilistica impongono un cambiamento di gestione alla guida del gruppo”, secondo leparole di Thierry Peugeot, Presidente del Consiglio di sorveglianza.
Da ieri, dunque, i vertici di PSA sono guidati da un funzionario ad interim: è Roland Vardanega, membro del Comitato di sorveglianza, che ricoprirà l’incarico di Presidente fino all’effettivo insediamento di Varin.
A far pesare l’allontanamento di Streiff dai vertici del Gruppo PSA è il grave stato di crisi che ha colpito l’azienda, che nel 2008 ha provocato una perdita netta di 343 milioni di euro e che, poche settimane fa, aveva portato lo stesso Streiff a dichiarare che le difficoltà sarebbero state pesanti anche nel 2009.
Per questo, all’inizio di Febbraio c’era stato un piano di “licenziamenti volontari” per 11 mila dipendenti del Gruppo, una decisione che aveva provocato molte polemiche.