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DR Motor a Termini Imerese? Tempo scaduto

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 3 feb 2011
DR Motor a Termini Imerese? Tempo scaduto
L'azienda molisana DR ha presentato al ministero la sua offerta per rilevare il polo auto di Termini Imerere. Ma la domanda è arrivata tardi.

L’azienda molisana DR ha presentato al ministero la sua offerta per rilevare il polo auto di Termini Imerere. Ma la domanda è arrivata tardi.

Lo stabilimento siciliano di Termini Imerese non produrrà le auto della DR Motor Company. L’ennesimo pretendente per l’ex impianto Fiat ha presentato la sua offerta a tempo scaduto, non potendo pertanto concorrere a rilevare la struttura.

A renderlo noto è il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, che ha aggiunto che verranno valutate le 7 offerte pervenute nei limiti temporali stabiliti, dopo aver parlato con i sindacati nel corso della settimana prossima.

Il costruttore automobilistico molisano aveva infatti inviato al ministero la propria manifestazione di interesse, che si era aggiunta a quelle di De Tomaso e della Cape Rev (partecipato al 49% dalla regione Sicilia), che si occupa della produzione e della commercializzazione di auto totalmente elettriche. Le altre offerte sono di aziende di altri settori.

Anche se arrivata oltre tempo massimo, l’offerta di DR rimane – per così dire – in una sorta di lista d’attesa, visto che è l’unica fra quelle pervenute che si propone di acquisire in toto lo stabilimento di Termini Imerese per farne il secondo polo produttivo dopo quello principale di Macchia d’Isernia.

Naturalmente si amplierebbe anche la produzione: nella Trinacria verrebbero prodotte la DR2, la DR3, la nuova versione della DR5 e la nuovissima DR4, una berlina che non è ancora stata presentata. All’altro polo toccherebbe invece l’assemblaggio della DR1, della DR2 e della DR5 oltre alla futura supercar da 650 CV che è nella mente dei vertici aziendali e, in particolare, del suo proprietario Massimo Di Risio.

L’apertura di un secondo stabilimento è giustificato anche dal fatto che, nel 2010, la DR ha più che raddoppiato le vendite (più 112,04%) passando da una quota di mercato dello 0,11% a una dello 0,25. Le 10.000 unità prodotte oggi sembrano dunque insufficienti, anche in vista di un possibile sbarco in alcuni paesi europei.

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