Un emendamento ancora da approvare e che troverebbe d’accordo i due schieramenti di esecutivo, snellisce gli scaglioni di applicazione della tassa all’acquisto così come dei bonus. Tutti i dettagli.
La questione relativa alla ecotassa bonus malus tiene banco nelle discussioni all’esecutivo di Governo: in queste ore, ed in vista dell’approvazione definitiva del decreto per il quale si dovrà dare “via libera” entro il prossimo 21 dicembre, sembra esserci un primo accordo fra le due sponde di maggioranza: nello specifico, un emendamento prevede il pagamento dell’imposta “una tantum” per le autovetture di nuova immatricolazione aventi emissioni di CO2 superiori a 160 g/km, a partire dal 1 marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021. L’imposta, applicabile anche alle vetture di precedente immatricolazione estera, manterrà carattere progressivo.
Nel dettaglio, il criterio applicato prevede quattro scaglioni di imposta: da 161 a 175 g/km di CO2, da 176 a 200 g/km, da 201 a 250 g/km, ed oltre 250 g/km. Gli importi da aggiungere al prezzo di acquisto – nonché alle altre tasse: IVA, imposta provinciale, Pra – sono di, rispettivamente, 1.100 euro, 1.600 euro, 2.000 euro e 2.500 euro. L’esenzione riguarderà autovetture allestite per l’accesso con sedie a rotelle, camper e caravan, carri funebri ed auto blindate.
Si tratta, quindi, di una decisa “sforbiciata” rispetto ai nove scalini di imposta indicati nei giorni scorsi dall’esecutivo, che tanto hanno fatto discutere l’opinione pubblica e le stesse Case auto (FCA compresa): come si ricorderà, una prima stesura di applicazione proponeva una tassa di acquisto di 150 euro, ed a partire dal 1 gennaio 2019 anziché dal 1 marzo come ora corretto, per i veicoli nuovi da 110 a 120 g/km di CO2, di 300 euro per lo scaglione 121-130 g/km, di 400 euro per emissioni comprese fra 131 e 140 g/km, di 500 euro per le autovetture nove con 141-150 g/km di CO2, 1.000 euro per la fascia 151-160 g/km, 1.500 euro per 161-175 g/km, 2.000 euro (176-190 g/km), 2.500 euro (191-250 g/km) e 3.000 euro per le auto, nuove, da oltre 250 g/km di CO2 emessi.
Relativamente alle modalità di erogazione degli incentivi, il “bonus” per l’acquisto dei modelli più “virtuosi” dal punto di vista delle emissioni di biossido di carbonio (denominato “Ecosconto” da un tweet del sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco) si applicherebbe esclusivamente alle auto aventi valori di CO2 fino a 70 g/km, con modalità simili, per quanto anche qui meno “diversificate”, a quanto indicato nei giorni scorsi tuttavia tenendo conto dell’eventualità di “dare indietro” un usato Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 ed Euro 4. Nel dettaglio, l’incentivo-base (vale a dire senza rottamazione) sarà di 1.500 euro per l’acquisto di un’auto nuova con valori di emissioni di CO2 compresi fra 21 e 70 g/km, e di 4.000 euro se la vettura possiede emissioni da 0 a 20 g/km (tutte le auto elettriche, quindi). Con l’usato (da Euro 0 ad Euro 4) da rottamare, il bonus salirà a, rispettivamente, 2.500 euro e 6.000 euro. Si fa anche indicazione ad una somma di 5 milioni di euro da destinare all’installazione di nuove colonnine per la ricarica.
Nel testo “aggiornato” di manovra, appare adesso un riferimento ai sistemi di ricarica domestica “non accessibile al pubblico”: per l’acquisto e l’installazione di una wall box privata da destinare alla ricarica della propria auto elettrica, si indica una possibilità di detrazione del 50% in dieci tranche annue di medesimo importo, e fino a 3.000 euro di spesa (“documentata”) affrontata, anche qui, fra il 1 marzo 2019 ed il 31 dicembre 2021.