Scatta oggi il via agli incentivi all’acquisto o al sovrapprezzo da pagare al momento dell’immatricolazione: nel dettaglio tutte le modalità.
L’”eco-day” ha preso forma. Di fatto, da oggi – e fino al 31 dicembre 2021, come indicato nella legge di bilancio approvata lo scorso gennaio dopo un lungo iter di discussioni – l’acquisto di un’auto nuova verrà “premiato”, in base alle emissioni ufficialmente riportate sulla carta di circolazione – da un ecobonus di almeno 1.500 euro; oppure gravato da una ecotassa, il cui importo minimo è di 1.100 euro. In entrambi i casi (vedremo più sotto, nel dettaglio, tutte le fasce di scaglione) le emissioni fanno riferimento, fino al 31 dicembre 2020, al ciclo NEDC, secondo il “vecchio” metodo di determinazione, oppure correlato, qualora l’autovettura sia già stata omologata in base al nuovo ciclo WLTP entrato in vigore lo scorso settembre. Occorrerà controllare il valore di CO2 riportato alla riga V.7 della carta di circolazione.
Sembra che, in ogni caso, non sia necessario affrettarsi alla registrazione dei nuovi acquisti. La piattaforma online alla quale accedere per avere diritto all’ecobonus (disponibile all’indirizzo Web https://ecobonus.mise.gov.it.) è operativa dalle 12 di oggi. In prima battuta, saranno le concessionarie a dover iscriversi, inserendo i propri dati di identificazione; soltanto in un secondo momento – come riporta in queste ore un “lancio” Adnkronos – sarà possibile chiedere i contributi: “Sarà una seconda fase – spiegano al Ministero dello Sviluppo Economico -, che si aprirà dopo specifica comunicazione da parte del Ministero, per l’inserimento dell’ordine e la prenotazione dell’incentivo. Dalla prenotazione, si avranno fino a 180 giorni di tempo per la consegna del veicolo”.
Gli incentivi, dunque, al momento non possono essere prenotati. È chiaro che all’atto pratico non vi è alcun impedimento a prenotare una vettura che fa parte dell’elenco di quelle “premiate” dall’Ecobonus, tuttavia occorrerà attendere il disco verde da parte del Ministero.
Diverso il discorso riguardo all’Ecotassa: il provvedimento è già operativo, ed è pressoché garantito che da oggi bisognerà porre attenzione ad una “voce” in più. Ma soltanto da oggi: chi abbia già sottoscritto un contratto di acquisto precedentemente, può stare tranquillo. Diversamente, le stipule dei contratti a partire da oggi per le vetture che – sempre secondo il ciclo NEDC o il ciclo NEDC correlato – emettono più di 160 g/km di CO2, dovrà pagare, al momento dell’immatricolazione, la “una tantum”.
Ecobonus: come funziona
Agli incentivi (qui la nostra guida all’ecobonus: ecco a quali modelli verrà applicato) potranno accedere tutti gli acquirenti (che si tratti di persone fisiche e giuridiche) che procedono all’acquisto e la immatricolazione, fra il 1 marzo 2019 ed il 31 dicembre 2021 (anche sotto forma di leasing) di un’autovettura avente emissioni di CO2 inferiori a 70 g/km e sia presente in listino fino a 50.000 euro + IVA.
Le fasce di erogazione dell’ecobonus sono due: da 0 a 20 g/km di CO2 (di fatto, ne beneficiano soltanto le auto elettriche), 4.000 euro di ecobonus (6.000 euro con rottamazione di una vettura omologata Euro 1, Euro 2, Euro 3, Euro 4); e 1.500 euro (2.500 euro con rottamazione) per le vetture aventi emissioni comprese fra 21 e 70 g/km di CO2. L’erogazione dell’ecobonus all’acquirente, che si aggiunge allo sconto solitamente accordato per le auto nuove – in ogni caso le due “voci” vanno specificate nel contratto – avverrà come “sconto” sul prezzo di acquisto praticato dalla concessionaria (in base alle modalità di iscrizione sulla piattaforma ministeriale online, lo stesso venditore otterrà il rimborso dalla Casa costruttrice, la quale a sua volta recupererà l’importo dallo Stato come credito d’imposta). Il plafond ministeriale non è tuttavia illimitato: la somma messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico ammonta a 60 milioni di euro; una volta esaurito tale fondo, è chiaro che non si potrà più beneficiare dell’Ecobonus.
C’è, a beneficio degli acquirenti di auto elettriche, una ulteriore misura di incentivo: la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi, in dieci quote annuali di pari importo (per il 50% della spesa ed entro 3.000 euro di costi documentati, qualora effettuati fra il 1 marzo 2019 ed il 31 dicembre 2021) le spese per l’installazione di una presa di ricarica (wall box) privata oppure condominiale.
Ecotassa: come funziona
A differenza dell’incentivo, che prevede due fasce di erogazione dei contributi sulla base delle emissioni di CO2, nel caso che si debba pagare l’ecotassa (che va versata in un unico tranche, attraverso il modello F24 sul quale si deve indicare il numero di telaio dell’autovettura – non, quindi, il numero di targa – ed il codice tributario 3500, e che si aggiunge a tutte le imposte e tasse per l’acquisto: IVA, IPT-Imposta Provinciale di Trascrizione, tassa auto e l’eventuale superbollo) gli scaglioni sono quattro: 1.100 euro per le auto nuove i cui valori di emissioni “ufficiali” (ripetiamo: riga V.7 della carta di circolazione) sono compresi fra 161 e 175 g/km di CO2; 1.600 euro per emissioni comprese fra 176 e 200 g/km di CO2; 2.000 euro per emissioni comprese fra 201 e 250 g/km di CO2; 2.500 euro per valori di emissioni di CO2 superiori a 250 g/km.
L’ecotassa va versata, indica l’Agenzia delle Entrate, entro la data di immatricolazione. È chiaro, perciò, che in molti casi occorrerà pagare ancor prima di essere materialmente in possesso del veicolo: spesso, infatti, avviene che il giorno dell’immatricolazione preceda la data di consegna effettiva del veicolo. Ancora: non è soggetto al pagamento chi abbia acquistato (anche all’estero) un autoveicolo fino al 28 febbraio 2019, anche nel caso in cui l’effettiva immatricolazione avvenga a partire dal 1 marzo.
Assisteremo al “boom” delle km zero?
“Fatta la legge, trovato l’inganno”, si dice. E c’era da aspettarsi che le Case costruttrici avrebbero provveduto a proporre soluzioni di compensazione (un esempio: la riomologazione per Fiat 500L 1.4 Cross, i cui valori di emissioni di CO2 sono scesi da 161 a 154 g/km), oppure offerte-lancio particolarmente allettanti. Da tenere d’occhio, specie in questa prima fase di entrata in vigore del provvedimento ecotassa-ecobonus, l”usato” più recente, vale a dire le vetture semestrali o le Km 0 (qui la nostra guida alle Auto Auto a KM 0: cosa significa, pro e contro), che essendo già state immatricolate dalla concessionaria sono pressoché nuove pur essendo già state targate. Tutto sta a verificare le condizioni di garanzia (qui la nostra guida alle modalità di copertura).
Analogamente, si può ipotizzare una “corsa” all’acquisto di auto a propulsione alternativa, ovvero GPL e metano (qui il nostro approfondimento alla “top ten” di auto a GPL e metano in Italia nel 2018, e qui la nostra recente notizia sul via libera del Ministero dello Sviluppo economico alle modalità di rifornimento di gas naturale self service). Sebbene non particolarmente numerose, le vetture “green” risultano ben lontane dall’ecotassa, e ciò vale in particolar modo per quelle alimentate a metano.
Occhio alla nazionalizzazione: l’ecotassa si paga
Sulla scorta del Decreto sicurezza varato recentemente dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, da quest’anno i cittadini italiani – e chi risiede nel nostro Paese da più di 60 giorni – devono obbligatoriamente provvedere alla reimmatricolazione dell’autovettura acquistata all’estero, oppure portata in Italia. Trattandosi, all’atto pratico di una “prima immatricolazione”, anche se l’ipotetica vettura “straniera” nuova non è, se l’esemplare in questione abbia valori di emissioni di CO2 superiori a 160 k/km sulla base del ciclo NEDC (non indichiamo il ciclo NEDC correlato in quanto il nuovo WLTP è troppo recente da poter già essere preso in considerazione nel caso di un’auto a targa straniera già circolante) il proprietario che chieda la targa italiana dovrà pagare l’ecotassa. Identiche le modalità rispetto all’effettiva immatricolazione di un’autovettura nuova di fabbrica: la “una tantum” va pagata entro il giorno dell’immatricolazione.