Il terremoto che ha colpito il Giappone ha costretto Toyota, Nissan e Honda a fermare la produzione presso gli stabilimenti dislocati nel paese.
Il terremoto che ha colpito il Giappone ha costretto Toyota, Nissan e Honda a fermare la produzione presso gli stabilimenti dislocati nel paese.
Il tremendo terremoto con relativo tsunami che ha colpito il Giappone tre giorni fa ha causato finora oltre 1.600 vittime e almeno altrettanti dispersi, con un bilancio destinato ad arrivare, secondo le stime, ad oltre 10.000 morti. Cifre che da sole riassumono la portata devastante del sisma avvenuto nell’oceano Pacifico, che sta avendo i suoi primi effetti anche sull’economia di un paese che lentamente stava cercando di riprendere la propria crescita dopo mesi di crisi.
Ad essere colpito sarà pertanto anche il settore auto, uno dei più importanti per l’economia giapponese, che può vantare colossi come Toyota, Nissan, Subaru e Honda. I tre gruppi sembrano destinati a subire un contraccolpo rispetto a quello che sta accadendo nel paese, tanto che i primi effetti si dovrebbero far sentire inizialmente sulla produzione.
Secondo quanto comunicato ufficialmente, infatti, i principali costruttori hanno deciso di fermare gli stabilimenti nazionali. Per Nissan, che in Giappone produce il 22% del totale dei suoi veicoli, i quattro stabilimenti dislocati nel paese rimarranno chiusi a tempo indeterminato, risultando al momento impossibile delineare con chiarezza quando si potrà avere la disponibilità delle componenti necessarie per l’assemblaggio delle auto.
Le catene di montaggio rimarranno ferme da oggi anche per Honda, Subaru e Toyota, che si allineano così ad altre importanti aziende di altri settori come Sony, Panasonic, Toshiba e Canon, i cui stabilimenti risultano chiusi anche per far fronte alla diminuita disponibilità di energia elettrica, venuta a mancare a causa dei problemi che hanno portato alla chiusura di quattro centrali nucleari del paese.
La situazione di grande emergenza in Giappone potrebbe quindi avere dei riflessi anche per la disponibilità di alcuni modelli e di pezzi di ricambio in Europa e soprattutto negli USA, seppur in misura estremamente limitata, in quanto gli stabilimenti dei tre colossi giapponesi presenti nel Vecchio Continente proseguiranno la normale produzione senza alcuna interruzione dell’attività.
Negli Stati Uniti, comunque, gli effetti si dovrebbero sentire tra qualche settimana, dato che la produzione destinata al Nord America è già in viaggio da qualche giorno sulle navi da trasporto, cosa che dovrebbe assicurare le regolari consegne nell’immediato, mentre per il futuro rimane il rischio di ritardi.