Audi taglia migliaia di posti di lavoro nelle sue fabbriche

Il marchio tedesco Audi si trova al centro di una radicale trasformazione industriale, annunciando un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 7.500 posti di lavoro entro il 2029. Questo intervento, descritto come necessario per fronteggiare una crisi caratterizzata da calo delle vendite e ritardi nello sviluppo di nuovi modelli, punta a ottimizzare i costi e a garantire la sostenibilità futura del brand.

Audi, momento di difficoltà

Un elemento cruciale del piano riguarda la riduzione dei costi dei materiali per un totale di otto miliardi di euro nei prossimi sei anni, come dichiarato dal CEO Gernot Döllner. Tale strategia è stata elaborata per migliorare la redditività operativa, attualmente al 4,5%, e avvicinarsi all’obiettivo iniziale del 14%. Tuttavia, non si tratta solo di tagli: gli stabilimenti tedeschi di Ingolstadt e Neckarsulm beneficeranno di investimenti pari agli otto miliardi risparmiati, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso la mobilità elettrica.

Riconversione bellica

Una situazione più incerta si prospetta per l’ex stabilimento di Bruxelles, chiuso lo scorso febbraio. Qui, il governo belga ha ipotizzato una riconversione del sito per la produzione di veicoli militari, in collaborazione con il gruppo industriale John Cockerill. Tale progetto, pur rappresentando un’opportunità di riutilizzo, ha sollevato preoccupazioni tra le autorità locali per il rischio di trasformare il sito in un potenziale obiettivo bellico.

Le vicende di Audi sottolineano l’urgenza di adattarsi alle sfide di un settore in rapida evoluzione, dove il bilanciamento tra riduzione dei costi e investimenti Audi nell’innovazione è cruciale per garantire competitività e sostenibilità a lungo termine.