Il settore rent-a-car è in calo dell’80%; Aniasa chiede misure straordinarie al Governo. Auto condivisa: piccoli accorgimenti di autoprotezione.
Se l’emergenza coronavirus rischia di far sentire i propri effetti a brevissimo termine sull’intera filiera automotive, a soffrirne sono anche alcune delle nuove soluzioni di mobilità condivisa; su tutti, il car sharing. E anche il settore dell’autonoleggio lamenta un drastico calo delle attività. Car sharing e noleggio sono due soluzioni di trasporto privato simili fra loro, e – per motivazioni strettamente correlate ai potenziali effetti del Covid-19 – altrettanto affini. Ciò in quanto entrambi i casi sono a loro volta direttamente collegati al turismo ed al mondo degli affari, e per di più presuppongono l’impiego di un unico veicolo fra più utenti. Inoltre, la recentissima entrata in vigore del Dpcm “Io resto a casa” firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e operativo da martedì 10 marzo 2020 vieta di fatto qualsiasi spostamento privato che non sia giustificabile per comprovati motivi di lavoro, di salute oppure di necessità. In poche parole, anche il car sharing ed il noleggio sono, come peraltro molti aspetti del vivere quotidiano di tutti, funzionali all’evolversi dell’emergenza coronavirus.
Un settore a picco
All’inizio di marzo 2020, dunque una settimana prima che tutta Italia entrasse in “regime di zona rossa” come nei giorni precedenti era avvenuto in Lombardia ed in 14 province dell’Italia settentrionale, Aniasa (l’Associazione di Confindustria che raggruppa le aziende dell’autonoleggio e dei servizi automobilistici) aveva, in un proprio comunicato, puntato i riflettori sulla drammatica situazione del comparto; uno stato di cose, spiegava la nota stampa che riportava un intervento del presidente Massimiliano Archiapatti in occasione di un tavolo di incontro con la ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, nel quale si chiedeva al Governo l’attuazione di “Tutti gli interventi necessari a livello nazionale e non solo, per assicurare la tenuta di un settore strategico per la mobilità cittadina, turistica e aziendale del Paese che impiega 20mila addetti e ogni anno immatricola 461.000 vetture (il 25% del totale), e che gestisce la mobilità quotidiana di oltre un milione e 200.000 veicoli di ultima generazione”. Di più: l’emergenza, sottolinea il presidente di Aniasa, si concretizza allo stato attuale in “Una contrazione fino all’80% dei noleggi a breve termine nei primi dieci giorni di emergenza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. Le prospettive, per le imminenti festività di Pasqua, erano state dipinte come “Disastrose”; e non ne esce bene neanche il settore del noleggio a lungo termine, che in Italia conta più di un milione di veicoli in circolazione: le aziende-clienti, spiega Aniasa, “Sono costrette a tagliare anche gli investimenti sulle flotte e ad allungare ulteriormente le durate dei contratti in essere, in attesa di tempi migliori”. Tutto questo avviene in quanto chiunque è tenuto ad osservare quanto disposto dal Dpcm “Io resto a casa”, e dunque ad utilizzare l’auto – che sia propria, condivisa o noleggiata – esclusivamente per i “comprovati motivi” di salute, lavoro o necessità. Su questo scenario, anche Aniasa chiede al Governo che venga applicata la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, o in alternativa la cassa integrazione ordinaria per sei mesi.
Come utilizzare l’auto condivisa
Posto che, alla base di qualsiasi azione venga posta in essere nell’attuale delicatissima fase di contrasto agli effetti del Covid-19, debbano sempre esserci buon senso e prudenza, di primo acchito viene naturale pensare che il metodo più sicuro per gli spostamenti sia l’automobile privata. Tuttavia, l’auto condivisa consente all’utilizzatore di poter usufruirne anche “da solo”, dunque anche senza che accanto al conducente vi siano altre persone. È quindi opportuno, in questo senso, considerare che mai come in questo momento è essenziale considerare l’igiene del veicolo: tanto “fuori” quanto, e soprattutto, nell’abitacolo.
Occorre il necessario buon senso
In attesa di conoscere quali provvedimenti di pulizia straordinaria delle vetture che compongono le flotte condivise vengano posti in essere dalle aziende di car sharing, la cautela ed il senso di responsabilità degli utenti devono essere rivolti all’adozione di adeguate misure precauzionali, che nella fattispecie sono quelle già indicate dal Governo per limitare la diffusione del coronavirus. Il volante, la leva del cambio e il cruscotto sono superfici solitamente “sporche”, anche quando apparentemente sembrano brillare di pulizia. È essenziale, quindi, lavarsi le mani con acqua e sapone – oppure in alternativa disinfettarle utilizzando una soluzione idroalcolica – prima e dopo l’utilizzo della vettura.