Tanto si fa per incentivare l’acquisto di auto nuove da parte dei privati, ma (forse) conviene puntare anche sulle flotte. Ecco come
Tanto si fa per incentivare l’acquisto di auto nuove da parte dei privati, ma (forse) conviene puntare anche sulle flotte. Ecco come
Fra qualche debole raggio di ripresa nel mondo dell’auto si scorge ancora una zona d’ombra, quella del settore del noleggio veicoli e delle flotte aziendali, che, dati alla mano, risulta essere particolarmente penalizzato. Il grido d’allarme arriva dall’ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria), durante il convegno in materia tenutosi il 10 novembre scorso a Roma in Confindustria, che evidenzia come la crisi economica internazionale e le generali difficoltà del mondo dell’automotive abbiano concorso a provocare, nei primi 9 mesi del 2009, un aumento piuttosto esiguo del fatturato del settore, +3%, e un calo drammatico delle immatricolazioni, – 26%.
A incidere su questi risultati ci sono però anche altri fattori, meno congiunturali ma ugualmente determinanti, come la scelta del Governo di riservare le incentivazioni statali solo alle vetture dei privati, escludendo tutto il comparto aziendale e dei noleggi. Andando in questa direzione si rischia infatti di rallentare ulteriormente la crescita di un settore già penalizzato in partenza dalle normative statali: in Italia la detraibilità IVA dei costi di noleggio per le aziende clienti è ferma al 40%, rispetto al 100% del resto d’Europa, e la deducibilità dei costi è decisamente inferiore alla media.
Per evitare un’ulteriore perdita di competitività delle aziende italiane bisogna “prevedere misure urgenti in tal senso, come l’allargamento della Tremonti-Ter ai veicoli aziendali“, suggerisce il Presidente dell’ANIASA, Roberto Lucchini. Anche una maggior attenzione governativa sulla mobilità e i flussi turistici dei cittadini potrebbe rappresentare un punto di forza, nell’ottica di offrire servizi più efficienti in sinergia con le Amministrazioni locali, stazioni ferroviarie e società concessionarie degli aeroporti e creare dunque nuova domanda nel settore.
La leva “turismo” ha infatti influenzato l’andamento del comparto, soprattutto del noleggio a breve termine che, pur mostrando nell’ultimo trimestre una lievissima ripresa, al 30 settembre scorso registrava una flessione del fatturato pari 7% (immatricolazioni: – 30%) rispetto allo stesso periodo del 2008. Il giro di affari di circa 800 milioni di euro ha dunque risentito del calo dei flussi turistici in Italia – quest’anno viaggi sempre più low-cost e brevi – ma anche delle scelte strategiche delle aziende che, per risparmiare sulle trasferte, hanno limitato i viaggi d’affari preferendo svolgere i propri business meeting per telefono e video-conferenze.
Sul fronte del lungo periodo invece, ad incidere sono state sempre le strategie delle aziende che hanno optato per il prolungamento dei contratti o il ridimensionamento delle auto delle flotte aziendali per ridurne consumi e spese. Tuttavia, a fronte di un’immatricolazione scesa del 21% e della crescita del fatturato contenuta al 5%, il comparto del noleggio a lungo termine conferma la sua leadership nell’immatricolato italiano dell’auto rappresentando il 6% del settore. Inoltre, il trend di innovazione e di progettazione di soluzioni sempre più attuali e personalizzate per la clientela, oltre a un’offerta dedicata a target prima non contemplati come le aziende di piccole e medie dimensioni, fanno dunque pensare che il noleggio a lungo termine sia in una fase di rallentamento solo provvisoria e stia studiando già da ora come recuperare terreno.