Benzina: oltre all'aumento IVA c'è la speculazione
L’aumento dell’IVA ha portato a sensibili rincari dei carburanti, con polemiche verso i benzinai accusati di speculare sui prezzi.
L’aumento dell’IVA dal 20 al 21% si sta facendo sentire sulle tasche degli italiani e, come capita quasi sempre, a rimetterci in particolare sembrano essere gli automobilisti. Per chi guida o possiede un’auto, infatti, sin dal primo momento in cui si è parlato di un aumento dell’IVA il rischio è stato quello di vedere aumentati a dismisura i già alti prezzi dei carburanti, cosa peraltro puntualmente accaduta, ma con l’aggravante che gli aumenti sono stati più alti rispetto al lecito, cioè rispetto all’incremento legato a quel punto percentuale in più da versare nelle casse dello Stato.
Insomma il rischio che alcuni benzinai disonesti speculassero sull’aumento delle imposte arrotondando il prezzo a tutto vantaggio delle proprie tasche è apparso evidente fin da subito, ed è questo quanto sottolineato in queste ore da alcune associazioni dei consumatori, che hanno segnalato come molti gestori abbiano ulteriormente ritoccato verso l’alto i prezzi con IVA maggiorata che sabato scorso le compagnie petrolifere avevano inviato alle varie stazioni di servizio.
In base ai dati rilevati l’aumento della benzina è stato di 1,4 centesimi al litro, poco più del diesel, aumentato di 1,3 centesimi, e del GPL, il cui aumento è stato di mezzo centesimo. In questo contesto, denunciano i responsabili di Adiconsum, ci sono stati alcuni benzinai che hanno fatto i “furbi”, speculando sull’aumento dell’IVA e incidendo così sulle tasche delle famiglie, già messe in difficoltà dagli aumenti generalizzati di molti prodotti.
La situazione è quindi molto delicata, tanto che la Federconsumatori ha chiesto un incontro urgente a tutta la filiera della distribuzione dei carburanti, cercando di tutelare i clienti e di mettere al riparo le stesse compagnie da un possibile, e a questo punto auspicabile, crollo dei consumi di carburante, come spiega il segretatario di Federconsumatori Veneto Ermes Coletto: “Siamo pronti a scendere in piazza, le famiglie si preparano a ricevere un’altra batosta, e non solo su questo versante. Il duplice rialzo dell’accisa sui carburanti e dell’Iva rischia di tradursi in una spesa di 173 euro in più a nucleo all’anno. Ci sarà un’ulteriore contrazione dei consumi, con effetti negativi sulla produzione industriale e sull’economia.”
Parole alle quali fa eco Franca Porto, segretario regionale Cisl: “Arrotondano, aggiungono, fanno i furbi. Da tempo chiediamo la riduzione delle accise, che darebbe respiro ai cittadini e alle aziende che mobilitano le merci. L’aumento dell’Iva è accettabile contestualmente a una riforma fiscale che abbassi le tasse a consumatori e imprese, così invece la manovra è depressiva. Siamo in mobilitazione generale, con manifestazioni nelle sette province e una regionale prevista per l’8 ottobre a Venezia”.
I benzinai, dal canto loro, non ci stanno a passare per speculatori e rigettando le accuse fanno sapere di essere essi stessi penalizzati, come spiega Mario Rosina della Faiv Veneto: “Gli aumenti penalizzano anche noi, nell’ultimo anno i consumi sono scesi del 10%. In famiglia si tende a usare un’auto sola, a prendere più spesso la bici, a cercare le pompe bianche, che comprano il carburante extrarete e lo pagano a 30 giorni, quindi praticano prezzi più bassi. Noi, forti di 500 mila firme, lo scorso marzo abbiamo presentato un progetto di legge che può far calare la benzina di 4/6 centesimi al litro, ma è ancora fermo in Parlamento”.
Insomma sembra di essere in una sorta di “scaricabarile” in cui le colpe sono sempre di qualcun altro e in cui anche l’accusato finisce per essere (a suo modo) parte lesa. Di certo, in questo contesto, c’è che ad essere penalizzato, come sempre e come ormai tradizione italica, è sempre e solo il cittadino onesto.
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