Binotto in Ferrari: resa di fine stagione o inizio di un nuovo capitolo?
Dopo il round del Paul Ricard, 22 – 24 luglio scorsi, terminato con Charles Leclerc a muro quando era al comando della gara, Mattia Binotto suonava la carica per continuare la rincorsa al titolo piloti e costruttori, dicendo: “Non vedo perché la Ferrari non possa vincere tutte e dieci le restanti gare che restano da qui alla fine”. Il risultato? Otto vittorie di Verstappen, una di Perez e una di Russell. La Rossa chiude con un mesto zero nella casella successi e con una competitività persa strada facendo, tanto che ha dovuto faticare fino all’ultima corsa per battere una rediviva Mercedes e conservare almeno il secondo posto nel mondiale. Adesso, a giochi chiusi, il team principal di Maranello ammette che la SF-75 non ha ricevuto degli aggiornamenti adeguati e che il suo motore è stato depotenziato per non incappare nei continui guasti, aumentando l’affidabilità.
Le difficoltà nello sviluppo
Nella fase calda della stagione Verstappen e Leclerc erano divisi soltanto da una manciata di punti, dopo Abu Dhabi la classifica recita un impietoso divario di 108 punti. Stessa sorta nel costruttori, con Ferrari staccata di ben 251 punti dalla Red Bull campione del mondo. Binotto ammette che ci sono state delle difficoltà, anche a livello decisionale sul come proseguire la questione sviluppi: “In termini di sviluppo della monoposto credo che la Red Bull avesse un percorso molto chiaro, ovvero ridurre il peso della vettura, sapevano su cosa puntare per ottenere prestazioni dalla macchina. Per noi è stato più complicato, perché i miglioramenti sono stati legati per lo più agli sviluppi aerodinamici. Riguardando la stagione – ha proseguito il capo squadra Ferrari – lo sviluppo che abbiamo fatto non è stato sufficiente, ci siamo fermati molto presto e non solo per scelta, ma anche per ragioni di spesa. Ci sono alcuni aspetti che dobbiamo rivedere”.
Meglio concentrarsi sul 2023?
Dunque a un certo punto della stagione, in Ferrari hanno deciso di fermare lo sviluppo della SF-75 per cercare di concentrare risorse economiche ed energie nel progetto del 2023. Questa è stata la scelta giusta? Lo stesso Binotto (che tra l’altro potrebbe non essere più al timone della Scuderia) sa che la risposta è rimandata al prossimo anno: “Abbiamo fatto la scelta giusta fermandoci così presto considerando le priorità della stagione 2022 e della prossima? Non lo so, penso che solo il 2023 potrà dirci se sia stata corretta o meno. Forse avremmo potuto fare uno sviluppo migliore della monoposto, è qualcosa che dovremo rivedere”.
Binotto parla dell’affidabilità
Per vincere un mondiale la priorità risiede nell’avere una monoposto prima di tutto affidabile. La Ferrari del primo spicchio di stagione è sembrata velocissima, quasi inarrestabile, ma molto fragile. Il motore ha lasciato a piedi Leclerc in Spagna e a Baku, stessa sorta per Sainz in Austria e ancora in Azerbaigian.
Per questo motivo, il propulsore della SF-75 è stato ridimensionato in termini di cavalli, come ha spiegato lo stesso Binotto: “Abbiamo dovuto abbassare leggermente la potenza, dovevamo farlo. L’affidabilità è la priorità assoluta, per vincere devi essere affidabile, e quest’anno non è stato sempre così. Poi ovviamente per imporsi serve una monoposto veloce, e noi veloci lo siamo stati in qualifica ma non sempre in gara, a volte a causa del degrado degli pneumatici in altre per mancanza di puro passo”. Il dubbio resta, questa ammissioni di colpa significano un passo di addio da parte di Binotto, oppure sono un guanto di sfida per il prossimo anno? Seguiranno aggiornamenti.
Se vuoi aggiornamenti su Motorsport inserisci la tua email nel box qui sotto: