Bmw e Great Wall: accordo per la produzione Mini in Cina?
Nuove alleanze fra Europa e Cina: è, secondo alcune indiscrezioni dell’ultim’ora, il programma di partnership che a breve-medio termine potrebbe alleare Bmw con il colosso cinese Great Wall. Secondo alcuni “rumors” captati da Automotive News, Bmw sta discutendo sull’eventuale produzione di una gamma Mini in collaborazione con il Gruppo cinese, attualmente leader di mercato nel segmento SUV.
Per il costruttore bavarese (ricordiamo che Mini fa capo a Bmw), l’opportunità di esportare in estremo oriente l’assemblaggio della popolarissima bestseller di Oxford potrebbe centrare un doppio obiettivo: garantire il montaggio della lineup Mini all’ombra della Grande Muraglia senza quindi dover passare attraverso le tasse di esportazione (la vendita di autoveicoli europei fa lievitare notevolmente i prezzi “chiavi in mano” rispetto a quelli applicati nei mercati UE) in Cina ed – eventualmente – in altri mercati del sud-est asiatico e, nello stesso tempo, ampliare il raggio d’azione di Mini, finora – a parte la fortunata “saga” Innocenti e la baby-fuoristrada Moke, costruite in passato, rispettivamente, in Italia ed Australia – mai assemblata all’estero.
Per Bmw, d’altro canto, un eventuale “sbarco” con Mini in Cina non costituirebbe una novità: il marchio dell’Elica è già presente, sul mercato locale, attraverso una joint-venture avviata nel 2003 con Brilliance, e con due impianti di produzione, dai quali “escono” Bmw X1, Serie 1 Coupé e Serie 5 lunga, tutte destinate al mercato cinese.
I vertici Bmw e Great Wall non hanno rilasciato dichiarazioni in merito ad una eventuale conferma delle “voci di corridoio”. Bocche cucite, dunque. Tuttavia, ad analizzare le future strategie di entrambi i Gruppi, alcuni elementi potrebbero suggerire una eventuale loro alleanza futura: nelle scorse settimane, Great Wall (che recentemente ha portato al debutto, in Italia, il maxi pick-up Steed 6 in configurazione doppia cabina ed equipaggiato con la collaudata unità Mitsubishi 2.4 da 126 CV, per il nostro mercato convertita bifuel benzina-GPL con impianto Landi Renzo) aveva annunciato una propria volontà di espandere la produzione negli USA. Bmw, dal canto suo, già forte del positivo trend di vendite per la gamma Mini (più di 230.000 unità nei primi mesi del 2017) possiede sul proprio taccuino delle priorità un ampio programma di sviluppo di nuove vetture elettrificate: 12 modelli eco friendly attesi entro il 2025.
Se si tiene conto che fra i Paesi maggiormente attenti alle nuove tecnologie powertrain in chiave elettrica e ibrida plug-in c’è proprio la Cina, una ulteriore ipotesi si affaccia alle speculazioni: la Mini elettrica di nuova generazione che il marchio di Oxford ha svelato al recentissimo Salone di Francoforte, sotto forma di concept che ne prefigura l’immagine e le caratteristiche tecniche. Mini Electric Concept (questo il nome scelto per l’anteprima zero emissioni all’IAA 2017) dovrebbe essere su strada nel 2019, una data cruciale per la storia delle “piccole” anglo-tedesche: coinciderà con i sessant’anni dal debutto della Mini sul mercato e nell’immaginario collettivo, e con i diciotto anni dal “lancio” della seconda generazione Mini, avvenuto nel 2001. Una nuova frontiera per Mini sarà dunque la Cina? Staremo a vedere.
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