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Bmw: il futuro sarà sempre più a trazione anteriore

Di Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 22 nov 2012
Bmw: il futuro sarà sempre più a trazione anteriore
Il futuro di Bmw sarà sempre più a trazione anteriore, in modo da conquistare nuovi clienti anche a scapito della tradizione del "tutto dietro".

Il futuro di Bmw sarà sempre più a trazione anteriore, in modo da conquistare nuovi clienti anche a scapito della tradizione del “tutto dietro”.

Bmw non ci sta e, dopo aver subito diverse critiche per la sua nuova piattaforma UKL, dalla quale usciranno diversi modelli a trazione anteriore (anticipati dalla Bmw Active Tourer Concept) nei prossimi anni, passa al contrattacco per voce di alcuni suoi dirigenti, che in un’intervista hanno risposto a quanti sono rimasti perplessi di fronte ai piani del gruppo.

Una delle accuse principali che sono state rivolte a Bmw è stata quella di volersi concentrare troppo nella progettazione di veicoli a trazione anteriore, abbandonando in questo la tradizione che vuole la casa tedesca concentrata più che altro su modelli a trazione posteriore.

Secondo il product manager Frank Niederlaender, tuttavia, la rottura con la tradizione Bmw non è una novità degli ultimi tempi, bensì negli anni ’90, quando il gruppo decise di ampliare la propria gamma introducendo il primo SUV, la Bmw X5, a fianco delle sue “storiche” berline, una mossa che da allora ha portato Bmw a diventare un punto di riferimento in questo segmento, cosa che potrebbe adesso ripetersi con i modelli a trazione anteriore.

D’altronde la casa di Monaco vede in questo genere di veicoli uno dei settori con più alto potenziale di crescita per i prossimi anni, come sottolineato dal capo del marketing, Ian Robertson. In questo contesto si inserisce la nuova piattaforma UKL, che consentirà, grazie alla sua flessibilità, di lanciare fino a 12 modelli entro i prossimi 8 o 10 anni, in modo da consentire al gruppo di estendere ulteriormente la propria quota sul mercato conquistando nuove tipologie di clientela.

Insomma non è certo una novità che in un mercato sempre più competitivo e globalizzato nemmeno i marchi di lusso possono concedersi di lasciare inesplorati certi segmenti, anche a costo di rompere definitivamente con la tradizione che ne ha decretato il successo dagli albori fino ai giorni nostri.

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