Brebemi, undici anni di conti in rosso
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La Brebemi, conosciuta ufficialmente come autostrada Brescia Bergamo Milano, è da anni al centro di un dibattito acceso sulla sua sostenibilità economica. Nonostante l’inaugurazione nel 2013 come soluzione alla congestione del traffico lombardo, questa infrastruttura di 62 chilometri ha accumulato una serie di problemi finanziari che ne compromettono il futuro. I numeri sono eloquenti: un deficit di bilancio previsto di 50 milioni di euro per il 2024 e un debito complessivo che supera i 2 miliardi di euro. Questi dati raccontano la storia di un progetto che, nonostante le ambizioni iniziali, non è riuscito a mantenere le promesse.
La situazione attuale
La situazione attuale della Brebemi evidenzia diverse criticità. Il traffico giornaliero si attesta a 27.000 veicoli, un dato ben lontano dai 50.000 previsti in fase progettuale. A peggiorare il quadro, il sistema tariffario adottato si è rivelato controproducente. I pedaggi, tra i più alti d’Italia, hanno scoraggiato molti potenziali utenti, aggravando ulteriormente la situazione economica. La Corte dei Conti ha bloccato gli aumenti tariffari richiesti, giudicando ingiustificati gli investimenti dichiarati. Questa decisione ha posto un freno a una strategia già fragile, impedendo incrementi fino al 2046.
Le difficoltà economiche non sono però una sorpresa. Le analisi condotte già in fase progettuale avevano messo in luce problemi strutturali che, purtroppo, sono stati sottovalutati. L’infrastruttura è risultata sottodimensionata rispetto alle necessità economiche, e nemmeno i 320 milioni di euro di contributi pubblici destinati al collegamento con l’A4 hanno risolto la situazione. Questo esempio di debiti infrastrutturali rappresenta un monito per future opere pubbliche.
Un quadro critico
Nonostante il quadro critico, ci sono alcuni segnali positivi. Nel bilancio 2024 si registra un margine operativo di 100 milioni di euro, attribuibile a un incremento del traffico del 4,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo miglioramento è insufficiente per coprire gli oneri finanziari accumulati. La decisione di non prorogare la concessione fino al 2046, mantenendo il termine al 2034, aggrava ulteriormente le prospettive economiche del progetto.
La vicenda della Brebemi solleva interrogativi sulla pianificazione delle grandi opere in Italia. L’ottimismo iniziale, unito a un indebitamento eccessivo e a strategie tariffarie aggressive, ha portato a una situazione che compromette la sostenibilità economica di un’infrastruttura potenzialmente strategica. Questo caso evidenzia l’importanza di una pianificazione accurata e di un’analisi realistica delle condizioni di mercato, elementi essenziali per evitare che opere di grande portata si trasformino in un peso per le finanze pubbliche e per gli utenti.
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