Car sharing, Enjoy: troppi furti, a fine maggio addio a Catania
La “democratizzazione” dei nuovi servizi di mobilità – che si identifica nella semplicità di disporne, nell’adeguata disponibilità delle flotte di veicoli a disposizione degli utenti, ed in un relativo contenimento dei costi per il pubblico – rappresenta la base intorno a cui da sempre ruota la filosofia del veicolo condiviso. Da fenomeno “di nicchia”, in pochi anni il car sharing ha preso piede in misura via via maggiore in gran parte delle città. Gli operatori, dal canto loro, si incaricano – insieme alle amministrazioni locali – di reperire nuove aree urbane in cui attivare il servizio, quanto di ampliare i rispettivi parchi auto.
Resta da considerare il rovescio della medaglia, rappresentato – come è facile immaginare – dagli illeciti penali che i “soliti ignoti” compiono ai danni delle società, conseguentemente anche di tutti gli utenti: danneggiamenti e furti sono reati che costringono gli operatori a mettere in atto provvedimenti ad una prima occhiata draconiani: un problema più volte avvertito nel settore del bike sharing.
L’ultimo episodio, in ordine di tempo, riguarda Catania ed il servizio di car sharing Enjoy (qui la nostra prova): i vertici di Enjoy Italia hanno fatto sapere, in questi giorni, che a fine maggio lasceranno il capoluogo etneo, proprio a causa dei furti, dei danneggiamenti e degli atti vandalici che, in poco tempo, hanno più che dimezzato le vetture disponibili per il car sharing ENI attuato nella città della Sicilia orientale.
All’inizio dell’attività, nel 2016 (qui il nostro approfondimento di presentazione), le rosse Fiat 500 di Enjoy erano, a Catania, 170; ad oggi, il loro numero non supera le 75 unità. Come dire: nonostante servizi di videosorveglianza e tecnologie di geolocalizzazione installate a bordo dei veicoli, il fatto di avere a disposizione una vettura per qualche ora, ed a costi accessibili, fa gola ai topi d’auto; soprattutto quelli “specializzati” nel riciclaggio di parti staccate, che va ad alimentare il mercato nero dei ricambi.
La decisione di abbandonare Catania (va in ogni caso precisato che la piaga dei furti ai danni degli operatori di car sharing riguarda un fenomeno più volte additato all’opinione pubblica) non rappresenta certo un bel biglietto da visita: il servizio di noleggio condiviso ENI nel capoluogo etneo è, al momento, l’unico attivo al sud (attualmente, le altre città sono Milano con 679 veicoli disponibili, Torino con 233 vetture, Bologna con 80 automezzi, Firenze con un parco auto di 81 unità e Roma con 523 vetture).
Ferma condanna da parte del sindaco di Catania, Salvatore Pogliese (Forza Italia), che se da un lato altro non può fare se non prendere atto della decisione, dall’altro rilancia con la nascita di un comitato ad hoc: “È vergognoso, non possiamo che prenderne atto e stigmatizzare quanto accaduto all’interno della nostra città – sono le parole del primo cittadino di Catania – Tuttavia, i continui furti subiti hanno determinato questa scelta. Non possiamo che accoglierla con grande dispiacere”. “All’interno della città vi è un problema di sicurezza complessiva che sarà all’ordine del giorno in un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza su cui c’è sinergia assoluta tra prefettura, questura, guardia di finanza e carabinieri”.
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