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Cesare Romiti: è scomparso l’uomo che guidò la Fiat dal 1974 al 1998

Di Redazione
Pubblicato il 18 ago 2020
Cesare Romiti: è scomparso l’uomo che guidò la Fiat dal 1974 al 1998
Scomparso a 97 anni, è stato un personaggio dal carattere forte e determinato, che ha scritto pagine importanti dell’azienda torinese

E’ lutto nel mondo dell’auto, è morto Cesare Romiti, un personaggio che ha segnato la storia della Fiat, azienda nella quale ha ricoperto sia il ruolo di Amministratore Delegato che di Presidente in un periodo che va dal 1974 al 1998. E’ scomparso a 97 anni e molti lo ricordano per essere stato l’uomo di assoluta fiducia dell’Avvocato Gianni Agnelli.

I momenti salienti della sua carriera in Fiat

La sua storia in Fiat inizia in piena crisi petrolifera, in un periodo in cui Romiti ha avuto l’arduo compito di far quadrare i conti, ma la convivenza con Carlo De Benedetti dal 1975 divenne difficile, al punto che quest’ultimo cedette le sue azioni e lasciò la Casa del Lingotto. A Romiti si deve l’ingresso nel capitale del Brand torinese della Lafico, una finanziaria libica non certo ben vista dagli Stati Uniti, che rimase nel Gruppo Fiat fino al 1986 portando fondi necessari in quel preciso momento storico. Indimenticabile la marcia dei “quadri Fiat” a Torino nel 1980 per protestare contro i picchetti dei sindacati che impedivano l’entrata negli impianti di produzione a causa della volontà dell’azienda di mettere in cassa integrazione ben 23.000 dipendenti. Sempre a Romiti si deve l’acquisizione dell’Alfa Romeo nel 1988 dall’Iri capitanato da Romano Prodi; inoltre, nel 1990 le sue ampie visioni avevano quasi portato ad un’espansione che avrebbe coinvolto anche la Chrysler, ma lo scetticismo degli azionisti bloccò l’operazione.

I modelli Fiat nati sotto la sua guida: dalla Ritmo alla Multipla

Sono tanti i modelli Fiat nati sotto la guida di Romiti, tra questi ricordiamo la Ritmo del 1978, la Campagnola del 1979, ma come non citare la mitica Panda arrivata nel 1980, e poi ancora il Ducato l’anno successivo, l’Argenta nel 1982, ed un anno più tardi la vendutissima Uno, ma anche la Regata, e, nel 1985, la Croma. Alcune vetture, come la Duna del 1987, furono poco fortunate, ma la Tipo presentata nel 1988 ebbe miglior sorte, così come la Multipla del 1998, anticipata dalle varie Brava e Bravo e Marea, rispettivamente lanciate nel 1995 e 1996. Ma nell’era Romiti troviamo anche un’auto che è divenuta la Fiat più veloce mai prodotta: la Fiat Coupé Turbo, che poi, con la sua variante a 20 valvole, fece scalpore per la velocità massima di 250 km/h.

Le altre esperienze dopo i 24 anni con l’azienda del Lingotto

Terminata l’esperienza in Fiat l’operato di Romiti è richiesto in Rcs, dove riveste la carica di Presidente dal 1998 al 2004, un ruolo che ricopre anche nella società di costruzioni Impregilo dal 2005 al 2007, e, infine presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma fino al 2013. La sua visione espansionistica dell’economia lo ha portato ad essere stato nominato Presidente onorario della Fondazione Italia-Cina, un ruolo per il quale gli fu conferita anche la cittadinanza onoraria nella Repubblica Popolare Cinese.

Le frasi forti rilasciate a 93 anni e la sua pungente lucidità

Alcune dichiarazioni rilasciate in un’intervista di Aldo Cazzullo pubblicata su Corriere.it nel 2016 sono diventate aforismi celebri e rendono chiaro quanto fosse ancora attuale e affilato il suo pensiero a 93 anni. “Oggi l’Italia è da ricostruire. Come dopo la guerra. Sono molto angosciato per il mio Paese, in particolare per il debito pubblico e la disoccupazione. Manca il lavoro, quindi manca tutto: prospettive, dignità, fiducia. Fortunati i centomila che sono potuti andare all’estero”. Da segnalare anche le parole, decisamente dure, in merito alla realtà in cui ha lavorato per tanti anni, la Fiat: “non parlo della Fiat, non è più un’azienda italiana”.

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