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Cinture di sicurezza: dietro non si usano

Di Andrea Tomelleri
Pubblicato il 26 feb 2010
Cinture di sicurezza: dietro non si usano
Il portale ASAPS ha lanciato una campagna per sensibilizzare all'uso delle cinture di sicurezza anche dietro. Preoccupanti i dati in Italia

Il portale ASAPS ha lanciato una campagna per sensibilizzare all’uso delle cinture di sicurezza anche dietro. Preoccupanti i dati in Italia

Non allacciarsi le cinture nei posti dietro è purtroppo un tendenza molto diffusa, soprattutto in Italia ma anche nel resto d’Europa. ASAPS, il portale della sicurezza stradale, ha deciso di lanciare una propria campagna per diffondere l’uso delle cinture di sicurezza anche sui sedili posteriori. Slogan semplici e chiari, associati a immagini facilmente memorizzabili, danno vita a un’operazione di sensibilizzazione, in un clima, come quello attuale, di eccessiva tolleranza verso questa cattiva abitudine.

La situazione nel nostro Paese è a dir poco preoccupante: sebbene anche la percentuale europea dell’uso delle cinture posteriori si fermi al 53%, in Italia tale percentuale è del tutto irrisoria. Mentre in questi anni qualche risultato è stato ottenuto per quanto riguarda le cinture anteriori (anche grazie alla patente a punti), utilizzate da una percentuale media tra il 70 e l’80% della popolazione, poco o niente si è ottenuto per quelle dietro.

Il motivo che sta alla base del mancato utilizzo delle cinture è essenzialmente la sottovalutazione del rischi e l’erronea convinzione che le cinture posteriori siano inutili. Niente di più sbagliato: in caso d’urto il passeggero posteriore non allacciato diviene un vero e proprio proiettile, che va ad impattare violentemente con i poggiatesta anteriori oppure ferisce gli altri passeggeri. Dunque un pericolo non solo per sé stessi ma anche per chi viaggia davanti e aveva allacciato regolarmente la cintura. La fisica insegna che l’energia cinetica è legata al quadrato della velocità, quindi basta una collisione frontale a 50 km/h per trasformare il passeggero in un proiettile di tre tonnellate.[!BANNER]

Un altro errore molto diffuso, infatti, è ritenere che le cinture servano solo in autostrada o sulle strade extraurbane. In realtà le cinture sviluppano il massimo della loro efficacia tra i 30 e i 110 km/h, soprattutto tra i 40 e i 70 km/h. Un discorso simile vale per i bambini, che devono essere assolutamente allacciati e non essere tenuti, ad esempio, sul sedile anteriore, con tutti i rischi dell’eventuale scoppio dell’airbag. E’ da rilevare, a proposito, che gli airbag offrono una protezione adeguata, circa il 75% contro ferite gravi o mortali, solo se in associazione con le cinture; in caso contrario, la percentuale scende al 14% e può risultare pericoloso data la violenza dell’esplosione del pallone.

In uno studio l’Unione Europea ha recentemente valutato che se fossero utilizzate dalla totalità degli automobilisti (passeggeri compresi), le cinture permetterebbero di evitare circa 6/7.000 dei quasi 50.000 decessi all’anno nell’Europa a 25 e circa 375.000 feriti. Dunque l’utilizzo delle cinture anche nei posti posteriori servirebbe ad evitare lesioni gravi e risparmiare centinaia di vite anche nel nostro Paese. Non si può che sperare che la campagna di ASAPS riesca nel suo scopo, a vantaggio dell’intera collettività.

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