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Codacons denuncia: crollo del greggio, ma i carburanti restano alti

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 24 apr 2025
Codacons denuncia: crollo del greggio, ma i carburanti restano alti
Il Codacons denuncia il mancato adeguamento dei prezzi dei carburanti al calo del greggio. Possibili azioni legali contro speculazioni.

Il mercato italiano dei carburanti si trova sotto la lente d’ingrandimento, con l’associazione dei consumatori Codacons che denuncia un’anomalia significativa: i prezzi alla pompa di benzina e gasolio non riflettono adeguatamente il calo petrolio registrato sui mercati globali. Mentre il prezzo del greggio ha subito una contrazione del 23%, la riduzione per la benzina si ferma a un modesto 3,2% e per il gasolio al 3,7%. Questa discrepanza ha sollevato interrogativi su possibili speculazioni benzina e sulla trasparenza delle dinamiche di mercato.

Il greggio West Texas Intermediate è sceso da 78 a 60 dollari al barile, mentre il Brent ha visto un calo da 82 a 63 dollari. Tuttavia, alla pompa, i consumatori italiani hanno riscontrato una diminuzione minima: la benzina è passata da 1,823 a 1,764 euro al litro. Una differenza che non solo appare sproporzionata, ma che si traduce in un mancato risparmio di circa 18 euro a pieno per la benzina, secondo le stime dell’associazione.

La questione è aggravata dal peso delle accise, che in Italia rappresentano quasi il 50% del prezzo finale del carburante. Questo elemento strutturale del sistema fiscale italiano contribuisce a mantenere i prezzi elevati, anche in presenza di significativi ribassi del greggio. Il Codacons, evidenziando questa “ingiustizia palese”, ha richiesto alle autorità competenti un maggiore controllo e trasparenza, affinché i benefici del calo delle quotazioni vengano trasferiti correttamente ai consumatori.

Le dinamiche di mercato attuali, secondo l’associazione, potrebbero essere influenzate da pratiche speculative o da manovre di aggiotaggio. Questo sospetto ha portato il Codacons ad annunciare azioni legali contro le compagnie petrolifere, accusate di non riflettere adeguatamente i ribassi del petrolio nei prezzi al dettaglio. La mancanza di un allineamento tra i costi della materia prima e i prezzi finali, infatti, alimenta il malcontento tra gli automobilisti, già provati dall’aumento generale del costo della vita.

Nonostante la pressione esercitata dalle associazioni dei consumatori, il mercato italiano sembra ancora resistere a una piena trasparenza. L’attenzione si concentra non solo sulle accise, ma anche sulla filiera distributiva, dove eventuali ritardi o inefficienze potrebbero contribuire a mantenere i prezzi elevati. È quindi fondamentale che le autorità di vigilanza intensifichino i controlli, garantendo che eventuali ribassi del greggio si traducano in benefici tangibili per i consumatori.

In un contesto economico già complesso, questa situazione solleva domande più ampie sulla sostenibilità del sistema attuale e sulla necessità di riforme strutturali. L’obiettivo, secondo il Codacons, dovrebbe essere quello di garantire un mercato più equo e trasparente, dove i consumatori possano beneficiare appieno delle dinamiche globali dei prezzi del petrolio. Solo attraverso un’azione concertata tra istituzioni, associazioni e operatori del settore sarà possibile porre fine a questa disparità, ristabilendo un equilibrio nel mercato dei carburanti italiano.

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