Codice della Strada: al Senato il reato di omicidio stradale
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La riforma del Codice della strada prevede anche il ritiro a vita della patente di guida nel caso di una o più vittime durante un incidente stradale.
La riforma del Codice della Strada che prevede il reato di Omicidio Stradale ha incassato il primo sì alla Camera e ora la parola passa al Senato della Repubblica. Il testo al vaglio del Senato prevede inoltre la revoca a vita della patente di guida nel caso venga accertato il reato di omicidio colposo dove sono state registrate una o più vittime e lesioni di una o più persone se si guida con un tasso alcolemico oltre i limiti consentiti (1,5g/l) o sotto l’uso di sostanze stupefacenti.
Il nuovo Codice della Strada dovrebbe inoltre prevedere l’introduzione del limite di velocità pari a 30 km/h nelle vicinanze di punti sensibili, come ad esempio scuole, ospedali e luoghi affollati. Inoltre potrebbe essere consentito l’accesso alle biciclette nelle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici e di soccorso e di introdurre delle multe “progressive” a chi supera la durata di sosta sulle strisce blu, aumentando la l’importo della multa a secondo del tempo in eccedenza. Ben 15% dei proventi provenienti dalle multe sarà destinato ad un fondo dedicato all’intensificazione dei controlli su strada e al finanziamento della sicurezza stradale.
Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, ha commentato così la futura legge: “Il reato di omicidio stradale andrebbe previsto anche per chi causa un incidente stradale viaggiando ad una velocità almeno doppia rispetto ai limiti previsti in un determinato tratto di strada, soprattutto se urbana. Oltre alla guida in stato psicofisico alterato, è proprio la velocità una delle principali cause degli incidenti stradali. Non è un caso, in tal senso, che la proposta di riforma del codice preveda l’aumento del numero delle zone a 30 km/h nelle aree urbane, misura che ci trova particolarmente favorevoli. Guardando al cosiddetto ergastolo della patente, siamo convinti che la misura debba essere rafforzata con altri provvedimenti, soprattutto per gli incidenti causati da guidatori ubriachi. Le statistiche ci dicono che, nella maggior parte dei casi, chi guida in stato di ebbrezza è recidivo. Il semplice ritiro del documento potrebbe non impedire a questi soggetti di mettersi comunque al volante e, pertanto, riteniamo che sarebbe fondamentale la sperimentazione di strumenti già testati come l’alcol lock, ovvero quegli apparati che bloccano il motore del veicolo quando chi si mette al volante ha un tasso alcolemico superiore a quello consentito per guidare. Il fatto che il Parlamento abbia accolto il nostro ordine del giorno su questo argomento, ci fa ben sperare”.
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