Collezionista riottiene la Porsche d'epoca rubata 50 anni fa
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“Non avrei mai pensato che acquistare l’auto dei miei sogni potesse trasformarsi in un incubo giudiziario.” Così si è espresso il titolare di un’azienda di restauro auto d’epoca di Frosinone, coinvolto in una vicenda surreale che lo ha visto accusato di riciclaggio per l’acquisto di una rara Porsche 911 Karmann coupé nera degli anni ’60, risultata rubata oltre cinquant’anni fa a Napoli.
Una storia paradossale
La storia sembra uscita da un romanzo. L’auto, sottratta a un imprenditore tedesco in vacanza nel capoluogo campano, è passata di mano in mano per mezzo secolo senza che nessuno ne scoprisse la provenienza illecita. Solo un controllo approfondito del numero del motore della Porsche 911 da parte delle forze dell’ordine ha svelato la verità, scatenando una catena di eventi inaspettati.
Per il collezionista ciociaro è iniziato un periodo buio, con il sequestro del veicolo e un’accusa che minacciava la sua attività e la sua reputazione. Tuttavia, grazie all’intervento del suo legale, l’avvocato Nicola Ottaviani, il caso ha avuto una svolta positiva. La difesa è riuscita a dimostrare la completa buona fede dell’acquirente, che aveva verificato meticolosamente tutti i documenti disponibili prima dell’acquisto. Il giudice del Riesame ha accolto le argomentazioni e disposto il dissequestro dell’auto proprio il 14 febbraio, rendendo il giorno di San Valentino ancora più speciale per il proprietario.
Porsche 911, il collezionista riottiene il veicolo
Questa vicenda mette in luce una problematica cruciale nel mercato delle auto d’epoca: la difficoltà per i privati cittadini di accedere a informazioni essenziali, come i numeri di motore dei veicoli rubati, che sono riservate esclusivamente alle autorità. Nonostante le buone intenzioni, l’acquirente si era trovato al centro di un’odissea legale.
Alla fine, tutto si è risolto per il meglio. Il collezionista ha potuto riabbracciare la sua amata Porsche, simbolo di una passione che è riuscita a resistere anche a questa difficile prova. Un lieto fine che fa riflettere sull’importanza di trasparenza e accessibilità delle informazioni nel mondo delle auto storiche.
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