Come vivere nel deserto su un fuoristrada
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Un uomo di 61 anni vive dal 1992 su un fuoristrada fermo nel deserto d’Arabia. Motivo: il mezzo è in panne e non sa come ripararlo
L’Unione Sovietica si era ufficialmente sciolta, il trattato di Maastricht veniva firmato dai 12 Paesi europei dell’allora Cee e l’arresto di Mario Chiesa, a Milano, dava il via all’operazione “Mani pulite”.
Correva l’anno 1992 quando l’allora 43enne Saad al-Qahtani stava attraversando il deserto con un fuoristrada sulla direttrice Mecca-Jeddah. Nel mezzo della traversata il veicolo ha un’avaria e si blocca. Un luogo inospitale come il deserto dell’Arabia non è quello migliore dove rimanere bloccati soprattutto quando non si possiede un telefono cellulare, quando si è soli al mondo, quando non si capisce nulla di motori e quando si è poco più che nullatenenti.
Infatti, Saad al-Qahtani decide di trasformare il suo fuoristrada nella sua nuova casa e inizia a passare le sue giornate in questo luogo remoto, chiedendo viveri e acqua alle carovane o alle auto che passano. In questo modo ha vissuto gli ultimi 18 anni. Oggi il 61enne signore arabo è ormai quasi un’attrazione per chi passa su questa direttrice che tutto sommato è abbastanza trafficata per essere in pieno deserto.
“E’ bello vivere in mezzo al nulla, lontano dalla folla” è stato il primo commento di Saad a un giornalista che l’ha intervistato. Nel frattempo, dalle ceneri dell’Urss è nata la Russia, il trattato di Maastricht è stato ratificato anche da altri Paesi e “Mani pulite” è solo un ricordo.
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