Linea simpaticamente “monolitica” e interamente votata all’usabilità per il prototipo che anticipa la vision Renault sulla nuova filosofia di utilizzo dell’autoveicolo a guida totalmente autonoma e connessa.
Niente volante, né pedali; ovviamente, assenti anche cambio e tutti i controlli “manuali” che da quando esiste il concetto di “automobile” ne contraddistinguono la propria natura. Ovvero: veicolo sottoposto alle decisioni-azioni umane. Tutto questo, nella futuribile concept Renault EZ-GO che la Marque à Losange svela al Salone di Ginevra (dopo le anticipazioni dei giorni scorsi) non c’è. È, in estrema sintesi, la prefigurazione delle autovetture che vedremo nel futuro? Ovviamente è presto per dirlo; tuttavia, da tempo le strategie tecnologiche dei big player del comparto automotive si giocano sullo sviluppo dei sistemi di guida autonoma, di auto connessa, e sulla propulsione elettrica. Alcuni, come la stessa Renault, innalzano ulteriormente l’asticella delle possibilità di impiego per le auto che utilizzeremo: il prototipo Renault EZ-GO porta in dote un concetto di “taxi del futuro”.
Il prototipo svelato in queste ore da Renault a Ginevra 2018 (insieme alle altre novità: la elettrica Zoe potenziata, l’unità 1.3I Energy TCe 115, 140 e 160 CV; un nuovo allestimento per la berlina alto di gamma Talisman e una serie speciale per Dacia Stepway, oltre al “trio delle meraviglie” Alpine A110 Pure, Légende e GT4) propone un deciso mutamento di rotta da parte del colosso francese nello sviluppo delle nuove tecnologie automotive. E lo fa partendo da un corpo vettura quanto più personale possibile: una struttura “a tutto cristallo” che, esteticamente, riprende la “Losanga” Renault e presenta una grande “bocca” per l’ingresso degli occupanti (definirli “conducente e passeggeri” non si può più: se mai, “utenti”, visto che l’auto-robot della Marque à Losange farà a meno dell’intervento umano per la guida) e per ospitarli all’interno di un ambiente-lounge, una sorta di “salotto mobile” che risponde in pieno, nella disposizione dei sedili e nel disegno delle plance attraverso le quali interagire con l’ambiente esterno, alle finalità di progetto per Renault EZ-GO (pronuncia “Easy-Go”).
A fronte di ingombri esterni non certo “minimal” (la lunghezza misura 5,2 m; la larghezza, anch’essa “importante”, misura 2,2 m; l’altezza misura 1,6 m), Renault EZ-GO è predisposta al trasporto di sei persone. Grazie all’ampio portellone anteriore, l’accesso nello spaziosissimo abitacolo di EZ-GO è a tutta comodità: non richiede, infatti, la necessità di chinarsi, e – particolare da sottolineare – dispone di una pedana mobile per aiutare la salita (o meglio: l’ingresso) alle persone con ridotta capacità motoria. Del resto, avverte il responsabile della Divisione Concept Design di Renault, Stephane Janin, sul taccuino delle priorità dei progettisti compariva, più che l’attenzione alle dimensioni del veicolo, una filosofia di mezzo di trasporto-bridge fra il bus, la metrò, il taxi, il treno. Un modulo utile ai tragitti intermodali in ambito metropolitano tuttavia non necessariamente dedicato agli spostamenti nei centri storici delle città.
Tutto questo avverrà, in totale autonomia da parte del simpatico “robot” su ruote Renault, attraverso un sofisticato “cervello” a sensori e radar in grado di pensare a tutto. Vale a dire: dalla gestione della chiamata, alla fermata nel punto desiderato dall’utente, all’apertura del portellone, fino al tragitto propriamente detto e alla destinazione finale, preventivamente impostate dall’utilizzatore mediante una “classica” App per smartphone, oppure attraverso uno dei monitor da collocare negli “stalli” di sosta programmati in alcuni luoghi-chiave del tessuto urbano. Ovviamente, Renault EZ-GO è ad emissioni zero: i dati tecnici comunicati da Renault ne indicano l’equipaggiamento powertrain con un’unità elettrica che trova posto nella zona anteriore del veicolo, e che fornisce la trazione all’avantreno (il telaio dispone di quattro ruote sterzanti). Nessun problema per l’autonomia: il progetto di sviluppo della nuova mobilità secondo Renault presuppone un network di ricarica ad induzione per le batterie.