Coppa Nissena: storia della cronoscalata di Caltanissetta
La Sicilia è una terra che si lega molto al motorsport ed una delle gare storiche dell’isola è la Coppa Nissena: scopriamola insieme.
La Coppa Nissena è la “nonna” delle cronoscalate siciliane e fa parte del patrimonio storico e sportivo dell’isola. Questa suggestiva sfida nacque negli anni venti, quando si disputarono le prime edizioni pioneristiche.
Il tracciato originario, battezzato “1° Circuito Automobilistico di Caltanissetta”, portava la firma di alcuni appassionati veraci, guidati dall’ingegnere Augusto Rigoletti, eclettico veneto trapiantato in Trinacria. La partenza era in zona Sant’Anna. Da qui i concorrenti partivano per affrontare due giri da 166 km e 600 metri. Al più bravo della maratona andava la “Coppa Nissena”.
L’edizione d’esordio, datata 1922, vide ai nastri di partenza diversi esponenti dell’aristocrazia locale: il conte Emilio Milio (Itala), il barone nisseno Giovanni Barile (Mercedes), il marchese di Montemaggiore (Ceirano), il duca di Caccamo (Alfa Romeo) e il barone Giulio Pucci (Fiat). Chi, se non loro, poteva permettersi un gioco così costoso?
Il successo finale andò, tuttavia, a Luigi Lopez, col tempo di 2h 59’39”, alla velocità media di 55,641 km/h. Ma quella configurazione stradale durò poco e, già nell’anno successivo, si passò a un nuovo percorso di dimensioni più contenute (250 km), da affrontare tre volte. Per la cronaca, vinse Salvatore Curatolo.
Nel 1923 la gloria arrise a Giulio Pucci, che seppe dominare meglio degli altri la giovane traccia topografica, percorsa però quattro volte. Poi una lunga sosta, fino al periodo post bellico, determinata da problemi organizzativi. Al ritorno, nel 1949, la gara cambiò fisionomia, trasformandosi in una prova in salita lungo un percorso di 12 chilometri.
Il gradino più alto del podio fu occupato da Luigi Bordonaro, abile nel condurre la sua Ferrari su quelle strade insidiose. Ad Antonio Pucci toccò il successo dell’edizione 1951. Il nobile madonita, che fu molto bravo a ripetersi quattro anni dopo, vinse poi la Targa Florio del 1964.
Da quel momento il tracciato passò a 10 chilometri, prima di subire un taglio che lo ridusse ad otto. I vincitori dell’epoca si chiamavano Pasquale Tacci, Nino Todaro, Vincenzo Riolo, Noris, Clemente Ravetto, Ignazio Capuano, Stefano Alongi, Ferdinando Latteri, Mariano Spadafora, Amphicar e Carlo Facetti. Furono gare felici, che suscitarono ammirazione su ampia scala, richiamando piloti da oltre stretto.
Nel 1972 l’albo d’oro si arricchì del nome di Nino Vaccarella, straordinariamente bravo nel gestire la sua Abarth. Dal 1977 al 1979 venne il turno di Amphicar, al secolo Eugenio Renna. Poi si aprì il ciclo di Mauro Nesti che, tra il 1981 e il 1996, dominò la sfida per ben nove volte. Nessuno è riuscito a battere il suo record. Anche il catanese Enrico Grimaldi detiene un primato: quello dei secondi posti, spesso alle spalle del pistoiese.
Il “Principe” etneo uscì vittorioso dalla battaglia del 1984, ma meglio di lui fece l’altro siciliano Benny Rosolia, primo nel 1982 e nel 1985. A Nesti resta la palma di più veloce su quello sviluppo planimetrico. Nel 1989 la gara iniziò a disputarsi su due manche di 5.5 km, per una distanza totale di 11 chilometri. La pioggia del 1994 interruppe la scia di successi dei prototipi, consegnando le luci dei riflettori alla Ford Escort Coswort di Luigi Di Natali. Il resto è storia recente.
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