Crisi auto: il Governo ignora il problema
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In occasione del convegno promosso da AMOER per discutere i problemi del settore automotive, le istituzioni risultavano assenti ingiustificati.
Il mercato auto in Italia ha garantito – fino al 2011 – l’11,4% del PIL (fatturato), il 16,6% di contribuzione al gettito fiscale nazionale e 1.200.000 addetti, tra impiegati diretti e indotto. Nonostante l’importanza fondamentale di questo settore per l’economia del Paese, al Governo italiano non sembra che interessi troppo il problema, anzi risulta addirittura assente. Questa e molte altre considerazioni sono emerse in occasione del convegno “Missione Mobilità”, promosso da AMOER (Associazione per una Mobilità equa e Responsabile) che si è svolto a Roma il 21 e 22 giugno, presso la Pontificia Università Lateranense.
Durante il convegno sono intervenute i protagonisti del mondo dell’auto e della moto (case costruttrici, concessionarie e rivenditori, stampa di settore ed altri addetti ai lavori), ma non era presente nessun rappresentante del Governo o delle Istituzioni. L’obiettivo del convegno è stato quello di denunciare i problemi di questo settore, le “persecuzioni” di tipo economico e legislativo a cui vengono sottoposti automobilisti e motociclisti ed infine proposte per superare la terribile crisi che attanaglia il settore.
Secondo Pierluigi Bonora, giornalista e Presidente di AMOER, la grave assenza delle istituzioni è stata causata dalla totale mancanza di risposte che questo Governo ha verso i problemi degli automobilisti, inoltre secondo Bonora, per il Governo: “parlare di auto e mercato potrebbe nuocere al consenso, a maggior ragione se i rappresentanti politici sono le stesse persone impegnate a parlare di IVA e tasse che contribuiscono ad affossare il settore”.
Tra le numerose proposte per rilanciare il settore automotive, emerse in occasione di “Missione Mobilità”, troviamo ovviamente l’immediata diminuzione della pressione fiscale relativa al mondo dei motori che sta letteralmente uccidendo l’intero comparto delle due e quattro ruote. Tra gli interventi che si potrebbero immediatamente effettuare, c’è sicuramente quello del meccanismo di vendita che risulta troppo poco flessibile ed “incollato” ai classici canali di vendita come ad esempio le concessionarie. Secondo le parole di Pier Luigi del Viscovo, Direttore del Centro Studi Fleet&Mobility, “Il concessionario deve muoversi e seguire il potenziale cliente, deve andare a trovarlo fisicamente nei punti di ritrovo che possono essere le piazze o i centri commerciali”.
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