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Crisi Stellantis a Melfi: operai in bilico tra politiche green e dazi

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 6 apr 2025
Crisi Stellantis a Melfi: operai in bilico tra politiche green e dazi
La crisi nello stabilimento Stellantis di Melfi peggiora: produzione in calo, impatti dazi USA e transizione green. Operai tra incertezze e speranze.

Stellantis e il suo stabilimento di Melfi vivono una crisi che sembra non avere fine. Con un calo drammatico della produzione giornaliera, passata da 1.200 a soli 160 veicoli, e una forza lavoro ridotta da 7.200 a 5.000 dipendenti, l’impianto lucano è oggi un simbolo delle difficoltà che affliggono l’intero settore automobilistico italiano.

Un tempo fiore all’occhiello della produzione nazionale, Melfi ora resiste grazie a modelli come la Jeep Compass, mentre Jeep Renegade e Fiat 500X si avviano verso il pensionamento. Le speranze di rilancio sono affidate a futuri modelli come la Lancia Gamma e la DS8, ma tra i lavoratori prevale lo scetticismo. “Prima producevamo 1.200 auto al giorno, oggi siamo a 160. E nessuno sembra accorgersene,” denuncia il portavoce dello stabilimento.

Questa crisi di Stellantis non è un caso isolato, ma riflette un problema più ampio. Da un lato, le politiche green europee stanno spingendo verso una transizione elettrica che il mercato non sembra ancora pronto ad accogliere. Dall’altro, i dazi Trump e le barriere commerciali statunitensi hanno bloccato il 60% dell’export, con effetti negativi anche su altri impianti del gruppo in Canada e Messico.

Il gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA, sembra concentrare i tagli soprattutto sulla componente italiana. “Abbiamo lottato per portare l’elettrico a Melfi,” ricorda il portavoce, “ma tra tagli e politiche che sembrano navigare a vista, ci ritroviamo a guardare il futuro nello specchietto retrovisore.”

In un contesto globale di transizione energetica dai tempi incerti, migliaia di famiglie attendono risposte concrete. Il futuro dello stabilimento lucano resta in bilico, sospeso tra la speranza di rilancio con nuovi modelli e il timore di un ulteriore ridimensionamento.

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