È un esemplare appartenente alla serie speciale “60 Years Edition” la decimilionesima MINI uscita da Oxford: un caso o un preciso disegno di marketing?
Decisamente, il 2019 sarà da ricordare per MINI: la popolarissima “baby luxury” da tempo nell’orbita Bmw Group celebra in queste settimane il sessantesimo anniversario dal debutto sul mercato della progenitrice (il progetto ADO15 frutto della “matita” di Sir Alec Issigonis, prodotta in circa 5,3 milioni di unità); sta per affacciarsi nel competitivo panorama delle auto elettriche con la ambiziosa Mini Cooper SE, primo modello “zero emission” della sua storia, la cui produzione prenderà il via il prossimo novembre; è protagonista dell’International Mini Meeting che, quest’anno, si tiene “in patria” e che si preannuncia ancora più animato di appassionati provenienti da tutta Europa e anche oltre, tutti chiamati a prendere parte al mega-raduno 2019, anch’esso chiamato a festeggiare l’importante ricorrenza per l’azienda di oltremanica. Adesso, per l’”esercito” degli enthusiast MINI, c’è un nuovo motivo per essere orgogliosi: la delibera dell’esemplare numero 10 milioni di MINI.
Una “specialissima” per i 10 milioni
La decimilionesima MINI è uscita, nelle scorse ore, dalle linee di montaggio di Oxford: proprio gli stessi impianti – che, lo ricordiamo, nel 2018 hanno “sfornato” circa 400.000 esemplari appartenenti alla lineup MINI 3 porte, 5 porte e Clubman (le declinazioni Countryman e Cabriolet vengono prodotte nel complesso olandese della factory-partner VDL NedCar) e venduti in 110 Paesi di tutto il mondo – da dove, esattamente sessant’anni fa, uscì la prima Mini “classica” e dove, successivamente, vennero prodotte tutte le generazioni successive. Ironia della sorte (o decisione voluta dall’ufficio Marketing MINI), la “piccola di lusso” di Oxford che inalbera idealmente il vessillo dei dieci milioni di unità prodotte appartiene alla serie speciale Mini 60 Years Edition, declinazione che onora i sessant’anni di Mini attraverso una connotazione ad hoc del corpo vettura e del layout abitacolo (tinta carrozzeria nel classicissimo British Racing Green, oppure Midnight Black, Moonwalk Grey e Melting Silver; immancabili strisce nere a contrasto; tetto e gusci degli specchi retrovisori in tinta Pepper White, fanaleria e fendinebbia a Led, targhette e monogrammi specifici, rivestimenti interni dedicati) e proposta nelle configurazioni Cooper, ovvero benzina 1.5 da 136 CV ed S da 192 CV, e turbodiesel Cooper D da 116 CV ed SD da 170 CV.
L’orgoglio del management di Oxford
“Avere assistito alla produzione dell’esemplare ‘numero dieci milioni’ dalle nostre linee di assemblaggio di Oxford ha rappresentato un momento di particolare orgoglio per tutti noi: in sessant’anni di storia, alcuni dipendenti hanno dei familiari già, tempi addietro, impiegati nel nostro stabilimento – osserva Peter Weber, responsabile del complesso industriale – Stiamo assistendo ad un capitolo unico nella storia Mini, e ciò dimostra una volta di più la passione che i nostri clienti hanno verso il mondo Mini”.
Al raduno di Bristol, anche la mitica “621 OAK”
Un’ulteriore prova dell’entusiasmo che l’immagine della “small” di Oxford suscita tanto nei confronti dei suoi possessori quanto fra gli orgogliosi dipendenti della factory di oltremanica trova conferma nello specialissimo convoglio di Mini partito da Oxford alla volta dell’International Mini Meeting di Bristol: 60 esemplari, rappresentanti ogni anno di produzione (dal 1959 al 2019), “capitanati” dalla stessa “60 Years Edition” numero 10 milioni e dalla prima Morris-Mini Minor prodotta nel 1959: la “621 AOK”, che non venne mai venduta, è in esposizione permanente presso il British Motor Museum di Gaydon.