Grazie all’accordo Fiat-Mazda continua la tradizione del “Duetto”.
Grazie all’accordo Fiat-Mazda continua la tradizione del “Duetto”.
Con il recente accordo, anzi, memorandum d’intesa, siglato da Fiat e Mazda per la produzione di un nuovo spider a trazione posteriore, ci troviamo di fronte ad una vera e propria fusione di due miti della guida en plein air.
Da una parte, lo “spiderino” giapponese per eccellenza: la Mazda MX-5, prodotta senza soluzione di continuità per oltre 25 anni. Dall’altra, l’Alfa Romeo Spider degli anni Sessanta, universalmente conosciuta come Duetto. Però, diciamo la verità: la piccola Mazda open air si è sicuramente ispirata alla vettura aperta del Biscione che ha spopolato anche negli USA grazie al film di Mike Nichols “Il Laureato”. Corpo compatto e filante, due posti secchi, trazione posteriore. Le parti, evidentemente, si sono invertite e presto avremo un nuovo Duetto con gli occhi a mandorla. Certo, per quanto riguarda la versione Alfa lo stile sarà italiano (speriamo), così come le motorizzazioni. La base di partenza, invece, avrà la tecnologia Mazda.
Pare comunque che dovremo aspettare il 2015 per rivedere una nuova piccola spider Alfa Romeo. Se tutto andrà secondo i piani, infatti, la prossima generazione della Mazda MX-5 (che farà da base per il futuro “Duetto” del Biscione) sarà presentata entro il 2014. Ma ricordiamo anche che l’accordo Fiat-Mazda non è vincolante.
Nell’attesa che si avveri il sogno di un Duetto ex-novo, rinfreschiamoci la memoria – quella di qualcuno in particolare – tornando agli anni in cui anche l’Alfa Romeo era leader nelle architetture di vetture compatte a trazione posteriore. L’icona è il Duetto del 1966, anche perché è il modello del Biscione che ha fatto innamorare gli americani e che quindi ha contribuito in modo determinante alla diffusione globale del marchio italiano.
Nel 1967 Dustin Hoffmann sfreccia, capelli al vento, con il suo rosso Duetto fresco regalo di laurea. Ma la vettura, destinata a sostituire l’intramontabile Giulietta Spider disegnata da Pininfarina, ha debuttato un anno prima del celebre film in occasione del Salone di Ginevra del 1966. La linea è ancora una volta opera del carrozziere torinese ed è quasi avveniristica. Ha un profilo ad “osso di seppia” – da qui il soprannome “ufficiale” della prima serie prodotta fino al 1968 – con frontale e coda arrotondati, calandra molto bassa e paraurti diviso dallo scudetto Alfa Romeo. L’intera fiancata è caratterizzata da una scanalatura che parte dal parafango anteriore.
Lo Spider presentato a Ginevra è spinto dal quattro cilindri bialbero di 1.570 cc e 110 CV di potenza. Le successive evoluzioni del modello sono la Spider 1750 Veloce e la Spider 1300 Junior, dotate rispettivamente di 114 e 88 CV. Oltre 4000 esemplari vengono allestiti in configurazione USA.
Nel 1971, in seguito ad un completo restyling, l’osso di seppia si trasforma in “coda tronca”. Il modello prende il nome di 2000 Veloce ed ha il motore due litri con 131 CV. Con lo stesso design si affiancheranno le versioni 1.3 Junior e 1.6.
Nella primavera del 1983 lo Spider Alfa Romeo cambia parecchi dettagli alla sua carrozzeria: paraurti più avvolgenti (quello anteriore con spoiler e indicatori di direzione incorporati), e spoiler di plastica morbida sul bordo della coda. Le motorizzazioni sono 1.6 e 2.0 da 104 e 128 CV, mentre nel 1986 compare la versione Quadrifoglio Verde dotata di spoiler anteriore e posteriore più sporgenti, minigonne laterali, pneumatici maggiorati.
L’ultimo, definitivo maquillage dell’eterno Duetto avviene nel 1990. L’intervento è ancora opera di Pininfarina. La linea è nuovamente pulita e arrotondata, elegante e tradizionale. Con questa Spider si chiude un ciclo magico di vetture che hanno fatto sognare giovani e meno giovani. La storia delle “scoperte” Alfa Romeo proseguirà con le varie GTV e Brera.