110 anni fa nasceva il "mago" Amedeo Gordini
Oltre un secolo fa nasceva a Bazzano Amedeo Gordini, scopritore di Nuvolari e Fangio e poi “mago” delle Renault da competizione
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Il 23 Giugno 1899, a Bazzano (Bologna), nasceva Amedeo Gordini, il ‘magò delle corse. Meccanico di Tazio Nuvolari, scopritore di Juan Manuel Fangio, creatore di modelli indimenticabili – come la Renault Dauphine Gordini o la R8 Gordini – ed artefice di motori per auto da competizione plurivittoriose, come le Alpine A110 e la stessa Formula Uno Turbo del 1983, Amedeo Gordini è stato uno dei personaggi di maggiore spicco nella storia dell’automobilismo sportivo del secolo scorso.
Terzo figlio di Augusto e Lucia Patelli, coloni nel podere Mandelli a Bazzano, Amedeo scopre la passione per le corse assistendo, all’età di 8 anni, al passaggio del Giro dell’Emilia. Lavora presso l’ingegner Giuseppe Moschini occupandosi della preparazione di auto stradali e da corsa. In questo contesto che conosce un giovane corridore motociclista di Mantova, Tazio Nuvolari.
Gordini gli affida, per provarla a Monza, una vettura da corsa che ha realizzato utilizzando un motore Hispano Suiza da 180 CV su un autotelaio Scat. L’esito è più che positivo e da allora Nuvolari chiederà a Gordini di assisterlo nella preparazione e nella gestione dei mezzi per le competizioni.
Nel 1925, Amedeo Gordini viene attratto dal dinamismo della Ville Lumière e decide di trasferirsi a Parigi. Grazie all’intervento dell’amico Enzo Ferrari, trova lavoro presso Duval e Cattaneo che rappresentano l’Isotta Fraschini in Francia. Nel 1926, insieme ad Arduino Cipriani, apre un’officina al 120 di Rue de la République e nel 1929 – dopo aver ottenuto la nazionalità francese – diventa agente Fiat.
Gordini è sempre affascinato dalle competizioni, ma questa volta decide di mettersi al volante delle auto che prepara: prima una Fiat 514, quindi una Fiat 508 S Balilla «Coppa d’Oro», con cui sbalordisce alla 24 Ore del Bol d’Or. Dal 1936 al 1952 è un susseguirsi di successi, tra cui quelli che otterranno i suoi piloti Jean-Pierre Vimille, Maurice Trintignant, Raymond Sommer e il principe Bira.
1948: nascono le Renault-Gordini
Nel 1948, Amedeo Gordini sceglie un giovane pilota locale per una vettura da far correre in Argentina. Inizia così la carriera di Juan Manuel Fangio, il più grande pilota di tutti i tempi. Nove anni dopo, nel Gennaio 1957, per Amedeo Gordini si apre un nuovo importante capitolo della sua carriera di preparatore e costruttore: quello Renault.
La collaborazione con il «mago» dell’ elaborazione porta, già il primo anno, ad arricchire la gamma Dauphine con una versione Gordini: presentata al Salone di Parigi, sarà prodotta in 10mila unità. Alla Dauphine Gordini R1091 seguono, nel 1961, la Ondine Gordini, nel 1962 la Dauphine Competition R1093 (trionferà al Tour de Corse dello stesso anno con i piloti Pierre Orsini e Jean Canonicci) e, nel 1965, la Dauphine Gordini R1095.
Al Salone di Parigi del 1964 viene svelata la R8 Gordini, versione sportiva della berlina Renault cha va a sostituire la Dauphine. Per la prima volta nella storia dell’auto si parla di un modello sportivo di questa categoria destinato ad essere utilizzato tutti i giorni dalla famiglia e nei week end per le competizioni.
Alla fine del 1968, la Società Gordini viene assorbita da Renault e, a Febbraio 1969, nasce l’Usine Amedee Gordini a Viry-Chatillon, successivamente sede di Renault Sport. A Luglio 1970, sul circuito di Le Castellet viene presentata la R12 Gordini, prima trazione anteriore sportiva di Renault.
Prodotta tra il 1971 ed il 1974, la R12 Gordini utilizza un motore di 1565 cc che eroga una potenza di 125 CV; raggiunge i 180 km/h e copre i 1000 metri con partenza da fermo in 32,8 secondi. Alla R12 Gordini – che viene prodotta anche in versione station wagon – segue, nel 1974, la 17 Gordini, con motore di 1605 cc e 120 CV. Amedeo Gordini muore il 25 Maggio 1979 e viene sepolto presso il cimitero di Montmartre a Parigi.
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