Domenica 27 settembre la F1 riprende con la “tappa” sul tracciato che si estende nel complesso olimpico: ecco le caratteristiche della pista.
Riusciranno gli avversari a “spezzare” il filotto-Mercedes che nelle sei edizioni finora svolte ha sempre piazzato una delle sue monoposto sul gradino più alto del podio del GP di Russia? È una domanda che si pongono in molti appassionati. Non fosse altro per il fatto che il GP di Russia 2020, in programma domenica 27 settembre nel complesso del “Sochi Autodrom” (circuito sulle rive del Mar Nero, realizzato nel 2014 da Hermann Tilke nel complesso sportivo che sei anni fa aveva ospitato le Olimpiadi invernali) arriva dopo il trittico da acquolina in bocca Spa–Monza–Mugello (due vittorie per Lewis Hamilton, in Belgio e in Toscana; successo-sorpresa di Gasly al GP d’Italia) che ha contrassegnato le tre precedenti “tappe” della stagione di Formula 1 2020.
Le curve a destra abbondano
Il circuito che fa da palcoscenico al GP di Russia misura 5,848 km di lunghezza, si snoda in parte su strade normalmente aperte alla circolazione e si compone di dodici curve a destra e sei curve a sinistra, intervallate da tratti più veloci e quattro curve più lente. Soltanto tre i punti nei quali i sorpassi sono più agevoli: l’imbocco della Curva 2, l’ingresso in Curva 13 e la Curva 17.
Il tracciato “metro per metro”
Dal (breve) rettifilo di partenza ed arrivo si snoda la frazione di pista più veloce, comprendente una prima curva a destra che le monoposto affrontano a velocità media, un tratto rettilineo più lungo che termina nella “staccata” di Curva 2, ed una successiva “piega” a sinistra che prelude ad un lungo curvone sinistrorso a centottanta gradi. Da qui, i piloti si trovano a dover affrontare una Curva 5 ad angolo retto verso destra. Altro breve rettilineo che immette nella frazione più “tecnica” del circuito: una nuova curva “a gomito” (Curva 6) a destra, una doppia variante destrorsa (Curva 7 e Curva 8) da imboccare ad alta e media velocità; seguono, nell’ordine, un altro rapido allungo che culmina in due curve “a gomito” verso sinistra (Curva 9 e Curva 10), un’ulteriore curva a 90 gradi (stavolta verso destra); e il settore più veloce del circuito, formato dalla lunghissima Curva 12 (a destra) e dall’altrettanto estesa Curva 13 (sinistra), che accompagnano le vetture verso Curva 14 (da velocità media) e verso una serie di cinque curve “a gomito” che riportano le vetture sul rettilineo principale.
Freni e gomme
Per le sue caratteristiche, il circuito di Sochi richiede un carico aerodinamico medio-elevato, funzionale cioè all’ottimale downforce imposta dalle differenti impostazioni del tracciato (un tratto più veloce, una parte medio-veloce, una porzione decisamente più guidata). Analogamente, il circuito di Sochi si rivela probante per il propulsore, impegnato al massimo per oltre metà di ogni giro, ma anche per i sistemi di recupero dell’energia. Riguardo ai freni, Sochi presenta cinque situazioni di grado medio-elevato, con in particolare Curva 2 (la più impegnativa), Curva 4 e Curva 5. Dal lato delle gomme, il GP di Russia non risulta essere particolarmente severo: Pirelli ha optato per le tre mescole C3, C4 e C5.