Breve excursus nella storia di un’auto che ha fatto epoca e che, giusto 40 anni fa, con “The Italian Job”, divenne anche una diva del cinema
Breve excursus nella storia di un’auto che ha fatto epoca e che, giusto 40 anni fa, con “The Italian Job”, divenne anche una diva del cinema
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Sono state oltre 19 mila, le Mini vendute lo scorso mese: nonostante la crisi delle vendite, i volumi della eterna “piccola” di Oxford sono cresciuti, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, dello 0,3 per cento. Non sarà un valore eccezionale, ma è pur sempre un segno positivo. D’altro canto, quale regalo migliore ci poteva essere per… i suoi primi 50 anni? E sì, perché oggi la Mini compie mezzo secolo, giusto giusto.
Quest’anno sono state molteplici le iniziative che hanno ricordato (e ricordano) la ricorrenza. Dal maxi raduno di Silverstone, che a fine Maggio ha chiamato a raccolta 25 mila “mini – appassionati” provenienti da tutto il mondo, al “lancio” di alcune serie speciali (Mini John Cooper Works in versione “berlina”, Clubman e cabriolet), all’anteprima di modelli che segnano una netta separazione con la tradizione cinquantennale della Mini come elegante e sportiva vettura da città (e, in questo caso, ci si riferisce alla Mini Crossover Concept, la versione loisirs della Mini che è attesa per il 2010).
Il 2009 è un anno importante – anzi, cruciale – per la Mini, che fra la lunghissima carriera della sua prima serie (arrivata nelle concessionarie dell’allora BMC – British Motor Corporation – il 26 Agosto 1959 e giunta, attraverso alcuni restyling che, tuttavia, ne avevano mantenuto l’aspetto generale in maniera pressoché immutata, sino alla fine degli anni ’90) e la seconda serie, in listino dall’inizio del 2002 (e sono già passati più di sette anni!), è stata venduta, finora, in quasi sette milioni di esemplari.
Dalla crisi alle stelle…
E pensare che tutto era iniziato da un improvviso avvenimento politico: la crisi petrolifera conseguente alla chiusura del Canale di Suez, nel 1956. Fu allora che i vertici della BMC commissionarono a un designer di origine turca, Alec Issigonis, le linee guida per una vettura piccola, in grado di trasportare comodamente quattro persone e che si rivelasse sobria nei consumi.
Era, in poche parole, l’indicazione per un prodotto nuovo in tutto e per tutto: dal motore trasversale e la trazione anteriore, alle sospensioni Hydrolastic, alle dimensioni supercompatte ma dall’abitacolo generoso. Tanto che, nel 1962, solo tre anni dopo il suo debutto, la Mini era già stata venduta in 600 mila esemplari.
Peter Sellers, i Beatles, Brigitte Bardot, Clint Eastwood, Lord Snowdon, la celebre modella Twiggy, sono solo alcuni dei volti noti che apprezzarono la Mini come ideale auto da città. Nemmeno da menzionare, poi, i risultati sportivi: ci vorrebbe un capitolo a parte, e tanto è stato scritto, vissuto e raccontato che il messaggio sportivo della Mini è ormai divenuto parte integrante della filosofia della piccola di Oxford.
E’ anniversario anche al cinema
Ci limiteremo, semmai, a ricordare una seconda ricorrenza, forse nemmeno da paragonare con i primi 50 anni della Mini, ma che a noi è apparsa curiosa: in questo periodo, la Mini “reginetta del cinema” compie 40 anni.
Tanti ne sono passati da quando, verso la fine dell’ultimo anno degli Swinging Sixties, sulle sale cinematografiche apparve “The Italian Job”, ovvero “Un colpo all’italiana”, celebre pellicola il cui momento clou è costituito dalle tre piccole Cooper – una rossa, una bianca e una blu – della “banda” inglese che, nella storia, aveva acciuffato i ricavi della Fiat in una rapina ai danni del convoglio che dall’aeroporto di Caselle arrivava a Porta Nuova.
Le evoluzioni delle tre Mini, “capitanate” da Michael Caine, fecero impazzire gli spettatori che le seguirono impegnate in uno spettacolare quanto memorabile inseguimento attraverso Torino.
Il film restò talmente impresso nella memoria che, sei anni fa, venne girato un remake. Anche questo è un omaggio a una diva.