In una toccante sequenza, VW Kombi che va in pensione dopo 64 anni, fa testamento: ecco cosa lascia ai milioni di proprietari in tutto il mondo.
In una toccante sequenza, VW Kombi che va in pensione dopo 64 anni, fa testamento: ecco cosa lascia ai milioni di proprietari in tutto il mondo.
Può un’auto lasciare le proprie ultime volontà? Tecnicamente, questo non è possibile: quando il proprietario decide di fermarla per sempre, lo fa e basta. Lo stesso avviene quando la Casa produttrice sceglie di dare la parola “stop” alle linee di produzione. Insomma: un’auto “muore” per volontà dell’uomo. O per scelta, o per necessità. Ma cosa succederebbe se, invece, una vettura facesse testamento?
L’operazione non è facile, perché bisognerebbe prima di tutto fornire l’auto di raziocinio. Impossibile? No, se si tratta di uno dei veicoli più longevi e caratterizzanti nella storia dell’automobilismo. Il veicolo in questione è il Volkswagen Kombi (nato come “Bulli”), del quale in questi mesi Volkswagen ha dichiarato l’arresto definitivo della produzione, dopo essere stato prodotto negli ultimi 38 anni in Brasile (stabilimenti di Sao Bernardo do Campo).
Ma Volkswagen Kombi era nato prima, molto prima; addirittura nel 1950, voluto dai progetti di Ben Pon, importatore per l’Olanda del marchio Volkswagen, che per primo intuì le capacità tuttofare del classico telaio della Volkswagen Maggiolino.
Ed ecco, dopo 64 anni, dopo – cioè – che Volkswagen ha deciso di fermarne definitivamente la produzione, le “ultime volontà” del Volkswagen Kombi. Anzi, “della” Volkswagen Kombi, perché in un video celebrativo realizzato dalla stessa VW, Kombi parla al femminile. E’ una signora, dunque.
Il testamento della eterna Kombi è tutto in questo video, nel quale il pullmino racconta in prima persona la propria esistenza sulle strade di tutto il mondo. Un’esistenza che ha accompagnato milioni di persone, di tutte le nazioni, che coltivavano le passioni e gli interessi più disparati. Ed ecco la pagina dei racconti e degli aneddoti: il tifoso brasiliano che a bordo di un variopinto Kombi ha assistito in prima persona a tre Campionati mondiali di calcio (Argentina 1978, Spagna 1982, Messico 1986); la bambina nata a bordo (e non sarà neanche l’unica!, viene da immaginare); il “globetrotter” che con un Kombi ha affrontato un giro del mondo lungo mesi e mesi e centinaia di migliaia di km per 25 Nazioni; il ragazzo americano che nell’agosto 1969, su un coloratissimo Kombi (come si usava all’epoca) assistette alla storica “tre giorni” di Woodstock e ancora oggi racconta quell’evento ormai lontano nel tempo; il ristoratore italiano ambulante che ha utilizzato un Kombi come cucina.
A ognuno di loro, “la” Kombi lascia qualcosa (ed ecco la pagina del testamento vero e proprio): il coprimozzo cromato autografato da Pelé per il tifoso; il primo disegno (che risale a fine anni 40) alla donna nata a bordo per farle vedere com’era Kombi quando nacque; il tachimetro che riporta il più elevato chilometraggio al giramondo; e una sagoma in gesso con una scatola di pastelli colorati all’ex “ragazzo di Woodstock”, per continuare a disegnarne la livrea fino a quando gli piacerà.
Non resta che un ultimo desiderio, che viene accompagnato da una sequenza che vede Kombi attraversare diversi paesaggi: recarsi ad Amersfoot (Paesi Bassi) per salutare ancora una volta Ben Pon Jr, figlio del suo creatore e, tecnicamente, il fratello di Kombi.
Da parte nostra apprezziamo questo omaggio che Volkswagen ha ideato per Kombi, veicolo da tempo entrato a far parte del ristretto club dei simboli su ruota che hanno contribuito a motorizzare il mondo.